Musichiamo

Ho visto anche degli zingari felici

22.08.2022
“E’ vero che dalla finestra non riusciamo a vedere la luce
Perché la notte vince sempre sul giorno e la notte sangue non ne produce.
E’ vero che la nostra aria diventa sempre più ragazzina
E si fa correre dietro lungo strade senza uscita.
E’ vero che non riusciamo a parlare e che parliamo sempre troppo.
E’ vero, sputiamo per terra
Quando vediamo passare un gobbo, un tredici o un ubriaco.
O quando non vogliamo incrinare il meraviglioso equilibrio
Di un odiosità senza fine
Di una felicità senza il peggio.
E’ vero che non vogliamo pagare
La colpa di non avere colpe e che preferiamo morire.
Piuttosto che abbassare la faccia,
è vero, cerchiamo l’amore sempre nelle braccia sbagliata.
E’ vero che non vogliamo cambiare il nostro inverno in estate,
è vero che i poeti ci fanno paura.
Perché i poeti accarezzano troppo le gobbe,
Amano l’odore delle amarmi,
Odiano la fine della giornata.
Perché i poeti aprano sempre la loro finestra
Anche se noi diciamo che è una finestra sbagliata.
E’ vero che non ci capiamo, che non parliamo mai in due la stessa lingua.
E abbiamo paura del buio e anche della luce,
è vero che abbiamo tanto da fare che non facciamo mai niente.
E’ vero che spesso la strada sembra un inferno,
Una voce in cui non riusciamo a stare insieme,
Dove non riconosciamo mai i nostri fratelli.
E’ vero che beviamo il sangue dei nostri padri
E odiamo tutte le nostre donne e tutti i nostri amici.
Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi dietro,
Far l’amore e rotolarsi per terra.
Ho visto anche degli zingari felici in piazza Maggiore
A ubriacarsi di luna,
Di vendetta e di guerra
Siamo noi a far ricca la terra
noi che sopportiamo
la malattia del sonno e la malaria
noi mandiamo al raccolto cotone, riso e grano
noi piantiamo il mais
su tutto l’altopiano.
Noi penetriamo foreste
coltiviamo savane
le nostre braccia arrivano
ogni giorno più lontane
da noi vengono i tesori alla terra carpiti
con che poi tutti gli altri
restano favoriti.
E siamo noi a far bella la luna
con la nostra vita
coperta di stracci e di sassi di vetro
quella vita che gli altri ci respingono indietro
come un insulto
come un ragno nella stanza.
Riprendiamola in mano
riprendiamola intera
riprendiamoci la vita
la terra, la luna e l’abbondanza.
E’ vero che non ci capiamo
che non parliamo mai
in due la stessa lingua
e abbiamo paura del buio
e anche della luce, è vero
che abbiamo tanto da fare
e che non facciamo mai niente.
E’ vero che spesso la strada ci sembra un inferno
o una voce in cui non riusciamo a stare insieme
dove non riconosciamo mai i nostri fratelli
è vero che beviamo il sangue dei nostri padri
che odiamo tutte le nostre donne
e tutti i nostri amici.
Ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l’amore
e rotolarsi per terra
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra
ma ho visto anche degli zingari felici
corrersi dietro, far l’amore
e rotolarsi per terra
ho visto anche degli zingari felici
in Piazza Maggiore
ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra”.
Claudio Lolli, Il Parto delle Nuvole Pesanti, “Ho visto anche degli zingari felici”, 1976

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