Ivano Fossati – Fabrizio De André, “Khorakhané (A forza di essere vento)”, dall’album di Fabrizio De André “Anime salve”, 1996
(I Khorakhanè, il cui nome significa “Portatori del Corano”, sono rom musulmani originari del Kosovo e la canzone intende appunto avvicinare il pubblico alla storia di una gente che, nel corso del tempo, ha subito persecuzioni di ogni genere. «Sarebbe un popolo da insignire con il Nobel per la pace per il solo fatto di girare per il mondo senza armi da oltre 2000 anni – ebbe a dire De André nel corso del concerto tenuto al Teatro Brancaccio di Roma nel 1998. L’ultima strofa, cantata da Dori Ghezzi nella versione in studio e da Luvi De André nelle esibizioni dal vivo, è una poesia in lingua romanì del poeta rom Giorgio Bezzecchi, un amico di Fabrizio De André)
In quel pozzo di piscio e cemento
A quel campo strappato dal vento
A forza di essere vento
Ogni nome il sigillo di un lasciapassare
Per un guado una terra una nuvola un canto
Un diamante nascosto nel pane
Per la stessa ragione del viaggio viaggiare
Il cuore rallenta e la testa cammina
In un buio di giostre in disuso
Come un rame a imbrunire su un muro
Saper leggere il libro del mondo
Con parole cangianti e nessuna scrittura
I segreti che fanno paura
Finché un uomo ti incontra e non si riconosce
E ogni terra si accende e si arrende la pace
Jugoslavia Polonia Ungheria
I soldati prendevano tutti
E tutti buttavano via
Tra le fiamme dei fiori a ridere a bere
E un sollievo di lacrime a invadere gli occhi
E dagli occhi cadere
Che è venuto il tempo di andare
Con le vene celesti dei polsi
Anche oggi si va a caritare
Questo filo di pane tra miseria e sfortuna
Allo specchio di questa kampina
Ai miei occhi limpidi come un addio
Il punto di vista di Dio
I kerava
Jek sano ot mori
I taha jek jak kon kasta
E farò
Un sogno di mare
E domani un fuoco di legna
Avi ker
Kon ovla so mutavia
Kon ovla
Diventi casa
Chi sarà a raccontare
Chi sarà
Me gava palan ladi
Me gava
Palan bura ot croiuti
Io seguirò questo migrare
Seguirò
Questa corrente di ali”