“E così eccoci al fatidico primo giorno di scuola.
Se sei genitore, la tua anima è divisa in due: da un lato non vedi l’ora che cambino un po’ aria, perché i figli sono piezz’e’core ma dopo un po’ ti possono fare a pezzi; dall’altro sei a rischio di attacchi d’ansia quasi quanto loro.
E così, il mestiere di genitore, già di suo ad altissima probabilità di errore, in questo momento così delicato trasforma l’errore da probabilità a certezza, per cui l’unico modo di uscirne vivi sarebbe quello di adottare la nota tattica dell’opossum: fingersi morti.
Poiché però non siamo roditori, e poiché tale tattica non verrebbe bene accetta, ecco qui una piccola guida vademecum, almeno per evitare i cinque errori più grossolani che tutti – e dico tutti – i genitori hanno fatto almeno una volta al momento del primo giorno di scuola:
1) No ritardi, no anticipi
Fatevi dire esattamente da vostro figlio o vostra figlia a che ora vuole essere lasciato a scuola, e fate in modo di non sgarrare: in base all’età, infatti, c’è chi vuole essere lasciato con lauto anticipo, per accaparrarsi una pole position per l’ultimo banco, e chi proprio a ridosso della prima campanella, possibilmente l’ultimo degli ultimi, perché arrivare in perfetto orario è un po’ da losers, se mi passate il termine.
Nobile tentativo quello di sdrammatizzare con battute e piccole gag: ma quando un ragazzo o una ragazza è nel fuoco dell’ansia queste cose si possono tradurre in taniche di benzina. Siate opossum più che potete, se non volete essere killati, se mi passate il termine.
No, qui le misure sanitarie non c’entrano: è che dovrete lasciare i vostri pargoli molto, molto lontano dall’ingresso e in particolare dagli sguardi dei compagni. Almeno un centinaio di metri, ma si dà notizia di qualche figlio che si è fatto mollare fino a dieci chilometri da scuola, di fatto costringendo i genitori ad allungare la strada. Non fate l’errore da dilettanti magari di farli scendere e addirittura osare accompagnarli, che non c’è niente di più cringe, se mi passate il termine.
Se siete del tipo genitoriale che ha l’ossessione del controllo, datevi questa regola: tutte le domande devono cessare alla mezzanotte del giorno prima. Tutti gli “Hai preso il diario?”, “Hai le penne?” e “Come merenda cosa vuoi?” devono essere pronunciate prima di quella fatidica linea temporale: dopo solo silenzi e opossum, che non c’è niente di più triggerante, se mi passate il termine.
5) Assolutamente, tassativamente, categoricamente NO FOTO
La tentazione sarà forte, specie per quelli del primo anno di ogni ordine di scuola: cellulare in una mano e fazzoletto nell’altra e via, la tempesta fotografica perfetta, come da migliore tradizione.
Ecco, non fatelo. Non davanti ad altri esseri viventi, che siano compagni, conoscenti o anche opossum di passaggio. Se proprio non saprete resistere, datevi la regola di immortalare il momento solo entro le mura di casa: non esponeteli a tanto pubblico ludibrio, fatelo per loro.
A meno che non vogliate sentirvi chiamare boomer, se mi passate il termine.
Enrico Galiano, insegnante e scrittore
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Street art di Kris Rizek, “Baby Why”