Pensieri

Tristano muore

17.10.2022
“La vita non è in ordine alfabetico come credete voi. Ap-pare… un po’ qua e un po’ là, come meglio crede, sono briciole, il problema è raccoglierle dopo, è un mucchietto di sabbia, e qual è il granello che sostiene l’altro? A volte quello che sta sul cucuzzolo e che sembra sorretto da tutto il mucchietto, è proprio lui che tiene insieme tutti gli altri, perché quel mucchietto non ubbidisce alle leggi della fisica, togli il granello che credevi non sorreggesse niente e crolla tutto, la sabbia scivola, si appiattisce e non ti resta altro che farci ghirigori col dito, degli andirivieni, sentieri che non portano da nessuna parte, e dai e dai, stai lì a tracciare andirivieni, ma dove sarà quel benedetto granello che teneva tutto insieme… e poi un giorno il dito si ferma da sé, non ce la fa più a fare ghirigori, sulla sabbia c’è un tracciato strano, un disegno senza logica e senza costrutto, e ti viene un sospetto, che il senso di tutta quella roba lì erano i ghirigori.”
“La vita non si può raccontare, la vita si vive e basta. Tuttavia il fatto di raccontarla è un tentativo di interpretarla o, per lo meno di darle un senso, perché credo che se le cose non le narriamo non le capiamo, se non mettiamo insieme i fatti in forma narrativa la vita non ha senso, la vita accade, è. Se uno non la racconta non la coglie. Il nostro tentativo, per quanto goffo e sicuramente non esauriente, è quello di raccontarla per coglierne il senso. Se la sera non riordiniamo la nostra giornata, questa è un insieme di avvenimenti senza senso. La narrazione è invece una formula grazie alla quale possiamo decifrare il reale. Capiamo le cose perché le raccontiamo, stabiliamo dei nessi e creiamo una logica. Probabilmente questa non è insita nei fatti e siamo noi che diamo senso a tutta una serie di avvenimenti che accadono intorno a noi.“

Non credo nella scrittura, la scrittura falsa tutto, voi scrittori siete dei falsari. O forse perché la vita uno deve portarsela nella tomba. Intendo la vera vita, quella che si vive dentro. Da lasciare agli altri basta la vita che si vive fuori, è già così evidente, impositiva.”

 

“Dove comincia la storia di una vita, voglio dire, come fai a scegliere? La si può far cominciare con un fatto, è vero, e io devo scegliere un fatto, (…)Perciò sceglierò un fatto. Ma un fatto comincia con un ; fatto? Scusami, sono confuso, non so spiegarmi bene… voglio dire, uno fa una cosa, e quella cosa che fa determina il corso della sua vita, ma quell’azione che compie è difficile che nasca come per miracolo, era già dentro di lui, e chissà come era cominciata… Magari un ricordo d’infanzia, un volto visto per caso, un sogno fatto tanto tempo prima e che credevi di avere dimenticato, ed ecco che un giorno avviene il fatto, ma l’origine… vai a sapere…”

 

Antonio Tabucchi, da “Tristano muore”, 2004

 

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Nell’immagine: Composition de Maurice Tabard

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