Per la paura che provi quando dai un bacio
Per mia sorella, tua sorella, le nostre sorelle
Per cambiare le menti che sono marcite
Per la vergogna, per la mancanza di soldi
Per il desiderio di una vita normale
Per il ragazzo che raccoglie rifiuti e i suoi sogni
Per la cattiva gestione economica del governo
Per quest’aria inquinata
Per la via Valiasr e i suoi alberi morenti
Per Pirooz e la sua probabile estinzione
Per i cani innocenti e proibiti
Per le lacrime che non finiscono mai
Per il desiderio di un ritorno a questo momento
Per un viso sorridente e felice
Per gli studenti, per il futuro
Per questo paradiso obbligatorio
Per gli intellettuali imprigionati
Per i bambini afghani
Per tutti questi perché, nessuno uguale all’altro
Per tutti questi slogan vuoti
Per le case che crollano costruite a basso costo
Per una sensazione di pace
Per il sole dopo lunghe notti
Per i farmaci per la depressione e l’insonnia
Per gli uomini, la patria, la prosperità
Per la ragazza che vorrebbe essere un ragazzo
Per le donne, la vita, la libertà
Per la libertà
Per la libertà
Per la libertà”
“Baraye” (in italiano “Per”), la canzone composta dal cantante iraniano Shervin Hajipour, riunisce i motivi delle proteste esplose in Iran. Il cantante è stato arrestato dai servizi segreti della provincia di Mazandaran, ma la sua canzone, pur cancellata da tutte le piattaforme sulle quali era stata caricata, ha continuato a circolare diventando un inno alla libertà.