“La rivoluzione è donna: fino alla fine degli ayatollah”
“Il taglio dei capelli è una vecchia cerimonia usata in Iran e in altri paesi limitrofi. Significa “lutto”: quando ci si trova di fronte a una grande tristezza o rabbia, allora ci si tagliano i capelli. È come ignorare il proprio senso estetico o la propria bellezza per far vedere che si è tristi. Adesso questo gesto è diventato simbolico.
“Quello che vorrei dire è non confondere quella del regime, che distorce le cose, con quella delle persone che scendono in piazza. Spesso non possono esprimerla, perciò ascoltatela e diffondetela: siate la nostra voce. Non posso prevedere il futuro, ma sono molto fiduciosa: questa rivolta è diversa dal passato, è qualcosa di grande e rappresenta un passo in avanti.”
“Ovunque la apro si sparge il profumo dei tulipani appassiti al confine
l’odore della secca dello stagno di Anzali
l’odore dei sali vaganti
l’odore delle nevi impallidite di Dena
l’odore tuo che scivola via
Ovunque vado dalla valigia torna la voce cantilenante di mia madre
la voce dei suoi lunghi capelli sciolti nella notte
(Questa valigia è la mia patria)”
Bita Malakuti, scrittrice Iraniana