“È un gran sollievo quando si accetta la situazione così com’è, anche se non è particolarmente piacevole; perché l’unica vera infelicità è nel non volere che le cose stiano come stanno.
Che le cose vadano bene o no, se noi non accettiamo la situazione cosi com’è, si avrà come risultato che la mente creerà una qualche forma d’infelicità. Per cui, se siete attaccati alle cose che filano lisce, comincerete a preoccuparvi di quando non andranno più così bene, anche se in quel momento non ci sono problemi. Ho appena notato questo atteggiamento nelle piccole cose, come quando c’è il sole e uno è tutto felice, e subito dopo pensa: “Però il sole potrebbe andarsene da un momento all’altro!”
Non appena mi sono attaccato ad una percezione, e ad esempio sono contento perché splende il sole, ecco che arriva il pensiero sgradevole che probabilmente non durerà. A qualunque cosa vi attacchiate, essa porterà con sé il suo opposto. E a quel punto, quando le cose non andranno troppo bene, la mente tenderà a pensare: “Voglio che vadano meglio di così”. Per cui, dovunque c’è la morsa del desiderio, ecco che spunta la sofferenza.”
Ajahn Sumedho (Luang Por Sumedho, monaco buddhista americano), da “Così com’è”, 1995