“Magari fossimo degni della tua disperata speranza.
Magari potessimo avere il coraggio di stare da soli ed il coraggio di rischiare di essere insieme, perché non serve un dente fuori dalla bocca, né un dito fuori dalla mano.
Magari potessimo essere disobbedienti, ogni volta che riceviamo ordini che umiliano la nostra coscienza o violentano il nostro senso comune.
Magari potessimo meritare di essere chiamati pazzi, come sono state chiamate pazze le Madri di Plaza de Mayo, per aver commesso la pazzia di rifiutarsi di dimenticare ai tempi dell’amnesia obbligatoria.
Magari potessimo essere così ostinati da continuare a credere, contro ogni evidenza, che la condizione umana vale la pena, perché siamo stati mal fatti, ma non siamo finiti.
Magari potessimo essere capaci di continuare a camminare per le strade del vento, nonostante le cadute, i tradimenti e le sconfitte, perché la storia continua, al di là di noi, e quando lei dice addio, sta dicendo: arrivederci.
Magari potessimo mantenere viva la certezza che è possibile essere compatrioti e contemporanei di tutti coloro che vivono animati dalla volontà della giustizia e dalla volontà della bellezza, nasca dove nasca, e viva quando viva, perché non hanno frontiere le cartine geografiche dell’anima né quelle del tempo.”
Eduardo Galeano, dalle parole di ringraziamento pronunciate nel ricevere il premio “Stig Dagerman”, in Svezia, il 12 settembre 2010
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Nell’immagine: Le Madri della Plaza de Mayo (Getty Images)