“Lumen requirunt lumine.”
(“Seguendo una luce ricercano la luce”)
Omelia del padre abate Bernardo per la professione solenne di Dom. Costantino Maria Vittori
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Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo». All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: «Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.
Matteo 2,1-12
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Foto di Maria Toffoletti, “La carovana dei Magi”
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“I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino.”
Giovanni Crisostomo, IV sec.
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Ecco l’origine dell’uso di esporre le scarpe sulle finestre, la sera dell’Epifania, uso tradizionale nei bimbi. È certo che i signori Re magi, per venire da noi, hanno fatto un lunghissimo viaggio – e i viaggi sciupano le scarpe – quindi, è pur certo, che la migliore offerta che noi possiamo far loro, allorché passano da casa nostra, sia quella,… delle scarpe. Essi poi gentilmente contraccambiano l’offerta con qualche loro mercanzietta, dolci, giochi ecc…. e di ciò i bimbi li ringraziano cordialmente.
Carlo Dossi, da “Note azzurre”, 1870/1907 (postumo 1912/64)
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“Adorazione dei magi”, Basilica di Sant’Apollinare nuovo (Ravenna)
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“In Persia è la città ch’è chiamata Saba, da la quale si partiro li tre re ch’andaro adorare Dio quando nacque. In quella città son soppeliti gli tre Magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti interi con barba e co’ capegli: l’uno ebbe nome Beltasar, l’altro Gaspar, lo terzo Melquior. Messer Marco dimandò più volte in quella cittade di quegli III re: niuno gliene seppe dire nulla, se non che erano III re soppelliti anticamente.”
Marco Polo, da “Il Milione”, 1298
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“Quando cala la notte e il buio avanza, quello è il momento in cui tu puoi vedere realmente la cometa, ma se non darai ascolto alla tua voce interiore, allora non sarai in grado di distinguere la verità che affiora davanti a te.”
Sergio Bambarén, da “Stella”, 2000
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“I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché si erano messi in cammino.”
Giovanni Crisostomo, IV sec.
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“Adorazione dei Magi”, II secolo, affresco, Catacombe di Priscilla, Roma
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“La cometa è una stella coi capelli sciolti.”
Ramón Gómez de la Serna, da “Greguerías”
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“Come le comete, vi sono esseri che attraversano l’esistenza senza cercare un ordine, un riferimento fisso. Altri, come i pianeti, ruotano attorno ad un centro e sentono di non doversi allontanare da quella sorgente di calore e di luce. Anch’essi passano attraverso alti e bassi, ma perseverano sul buon cammino.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov, da “Discorsi”
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“Non ho come i Magi che sono ritratti nelle immagini dell’oro da donarti.”
” Dammi la tua povertà.
“Non ho nemmeno, Signore,
la mirra dal buon profumo
e neppure l’incenso in tuo onore.”
“Figlio mio. dammi il tuo cuore.”
Francis Jammes
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Ed ecco che bussarono alla porta della stalla. “Chi è?” chiese Giuseppe. “Magi”. “Quelli del brodo?” “No, i Re!” E infatti, aperto che ebbe, vide i tre re magi: Gaspare, Zuzzurro e Baldassarre, con i loro tre cammelli Qui Quo Qua, coperti di baldacchini, spade, denari, sette bello e primiera patta. Essi portavano in dono oro, incenso e mirra. “Che cos’è la mirra?” chiese Giuseppe. E Baldassarre disse: “Questo non l’ha capito mai nessuno”.
Giobbe Covatta, da “Parola di Giobbe”, 1991
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“O grande Signora dei tetti, d’eterna vecchiaia, di sovrumana dolcezza, scendi ancora nel camino dei sogni dove l’attesa è un incanto. Sfiora con i tuoi stracci il mio viso adulto, la maschera malferma di un fanciullo che non s’arrende.”
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Illustrazione di Piero Schirinzi
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