“Guarderò le stelle
Com’erano la notte ad Arles
Appese sopra il tuo boulevard
Io sono dentro agli occhi tuoi, Vincent
Sognerò i tuoi fiori
Narcisi sparpagliati al vento
Il giallo immenso e lo scontento
Negli occhi che non ridono, negli occhi tuoi, Vincent
Dolce amico mio
Fragile compagno mio
Al lume spento della tua pazzia
Te ne sei andato via
Piegando il collo come il gambo un fiore
Scommetto un girasole
Sparpagliato grano
Pulviscolo spezzato a luce
E bocche aperte senza voce
Nei vecchi dallo sguardo che non c’è
Poi le nostre sedie
Le nostre sedie così vuote
Così persone, così abbandonate
E il tuo tabacco sparso qua e là
Dolce amico
Fragile compagno mio
Che hai tentato sotto le tue dita
Di fermarla, la vita
Come una donna amata alla follia
La vita andava via
E più la rincorrevi
E più la dipingevi
A colpi rossi per tenerla stretta
Gialli come dire “aspetta!”
Fino a che i colori non bastaron più
E avrei voluto dirti, Vincent
Questo mondo non si meritava
Un uomo bello come te
Guarderò le stelle
La tua, la mia metà del mondo
Che sono le due scelte, in fondo
O andare via o rimanere via
Dolce amico mio
Fragile compagno mio
Io in questo mare non mi perdo mai
Ma in ogni mare, sai
“Tous le bateaux vont à l’hazard pour rien”
Addio, da Paul Gauguin”
Roberto Vecchioni (Compositore Don Mclean), “Vincent”, dall’album “Canzoni e cicogne”, 2000
Vincent
“Stellata notte di stelle,
il pennello intingi nel grigio e nel blu,
affacciati a un giorno d’estate
con occhi che conoscono l’oscurità della mia anima.
Ombre sulle colline
abbozzano alberi e narcisi,
rapiscono la brezza e il freddo dell’inverno
nei colori sul biancore della neve d’attorno.
Solo ora capisco cosa cercavi di dirmi
e quanto soffrivi sapendo d’aver ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non sapevano proprio come.
Forse ascolteranno ora.
Stellata notte di stelle,
fiammeggianti fiori, luccichio che sfavilla
e nubi impazzite d’una foschia violetta
si riflettono negl’occhi di cielo-china di Vincent.
Colori cangianti,
aurore nei campi di grano a maturare,
facce consunte e dal dolore segnate
si riscattano sotto l’amorosa mano del pittore.
No, non sapevano amarti loro,
nonostante il tuo amore così vero,
e quando non ci fu più ombra di speranza
in quella notte di stelle…
in quella notte di stelle
ti sei tolto la vita come spesso fanno gli amanti.
Ma avrei voluto dirti, Vincent,
che questo mondo non era adatto
a un uomo così tanto bello, come te.
Stellata notte di stelle,
ritratti appesi in stanze deserte,
volti senza cornice su anonime pareti,
coi loro occhi scrutano il mondo e non dimenticano.
Uguale agli sconosciuti che hai incontrato,
poveri vagabondi vestiti di stracci,
una spina d’argento d’una rosa insanguinata
in frantumi giace sulla vergine neve.
Solo ora credo di capire cosa cercavi di dirmi
e quanto soffrivi sapendo d’aver ragione
e come cercavi di liberarli.
Ma loro non ascoltavano, non ascoltano ancora,
e forse mai lo faranno…”
Don McLean, “Vincent” (“Starry starry night”), dall’album “American Pie”, 1971
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“Come un anno fa
tutto come un anno fa
l’oro della luna e poi
i gigli non invecchieranno mai
Come un anno fa
lacrime nel cielo blu
nuvole negli occhi miei
perduti nel ricordo di Vincent
Ora chi lo sa
quanti fiori hai colto tu
sulla strada della verità
non ne hai parlato mai
c’era l’ombra di un dolore in te
ma non so piú perché
Come un anno fa
solo la malinconia
resta a farmi compagnia
mi prende per la mano e se ne va
Come un anno fa
quando il vento si alzerà
tutto il bosco canterà
ricorderai il tuo nome e la tua età
Ora chi lo sa
quanti fiori hai colto tu
sulla strada della verità
non ne hai parlato mai
c’era l’ombra di un dolore in te
ma non so più perché
Forse è stato un sogno
o forse realtà
ma adesso il vento
sta cantando proprio
come un anno fa
il giorno che la notte ti chiamò
il fiume era profondo
e il mondo che cercavi forse
l’hai trovato solo là
Come un anno fa
tutto come un anno fa
l’oro della luna e poi
i gigli non invecchieranno mai
Come un anno fa
lacrime nel cielo blu
nuvole negli occhi miei
perduti nel ricordo di… Vincent”
Francesco De Gregori, “Come un anno fa”, traduzione della canzone “Vincent”, Don McLean, incisa da Little Tony
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Nell’immagine: Paul Gauguin, “Van Gogh che dipinge i girasoli”, 1888