Linguaggi

Ti conosco, mascherina!

20.02.2023
“Uno dei trucchi dell’assurdo è di vestirsi da verosimile…
Non c’è ora della nostra giornata in cui non ci sfilino davanti siffatte maschere di carnevale.”
Gesualdo Bufalino, da “Il malpensante”, 1987
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Pierrot monello
“Non è Pierrot in erba
non più che Pierrot in mantello,
è Pierrot, Pierrot, Pierrot.
Pierrot monello, Pierrot ragazzo,
la noce fuori del guscio,
è Pierrot, Pierrot, Pierrot!
Benché sia alto poco più d’un metro,
il bricconcello sa mettere
nei suoi occhi il lampo d’acciaio
che s’addice al genio sottile
della sua malizia infinita
di poeta-smorfioso.
Labbra rosso-ferita
dove sonnecchia la lussuria,
faccia pallida dal ghigno fine,
lunga, accentuata,
che pare abituata
a contemplare ogni fine,
corpo esile ma non magro,
voce di fanciulla ma non stridula,
corpo d’efebo in piccolo,
voce di testa, corpo in festa,
creatura sempre pronta
a saziare ogni appetito.
Va’, fratello, va’, compagno,
fa’ il diavolo, batti la strada
nel tuo sogno e su Parigi
e per il mondo, e sii l’anima
vile, alta, nobile, infame
del nostro spirito innocente!
Cresci, poiché così si usa,
moltiplica la tua ricca amarezza,
esagera la tua allegria,
caricatura, aureola,
la smorfia e il simbolo
della nostra semplicità!”
Paul Verlaine, “Pierrot monello”
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Sono un nero Pierrot
“Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così io mi tuffai dentro la notte,
e la notte era nera, anche la notte.
Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così io piansi fin quando fu l’alba
e insanguinò le colline ad oriente
e il cuore, anche il mio cuore sanguinava.
Sono un nero Pierrot:
lei non mi amava,
così con l’anima un tempo a colori
come un pallone sgonfiato grinzosa,
me ne andai via nella mattina in cerca
d’un altro amore bruno.”
Langston Hughes, “Sono un nero Pierrot”
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Tu mi vestirai d’argento
“Tu mi vestirai d’argento,
e alla mia morte la luna spunterà – Pierrot celeste,
sorgerà il rosso pagliaccio ai quattro venti.
La morta luna è senza scampo muta,
non ha svelato nulla a nessuno.
Chiederà soltanto alla mia amica
a che scopo un tempo io l’abbia amata.
In questo sogno furioso a occhi aperti
mi capovolgerò col viso morto.
E il pagliaccio spaventerà la civetta,
tinnendo di sonagli sotto il monte…
Lo so: vecchio è il suo aspetto grinzoso
e impudico nella nudezza terrena.
Ma si leva l’ebrietà funesta
verso i cieli, l’altura, la purezza.”
Aleksandr Aleksandrovič Blok, “Tu mi vestirai d’argento”
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Immagine in evidenza: Fernando Botero, “Pierrot”, 2007

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