Linguaggi

La dieta… del giorno dopo

27.03.2023

“Mangiare bene, e bere ancor meglio, rilassa gli sfinteri dell’anima, sconvolge i punti cardinali della cultura repressiva e prepara alla comparsa di una comunicabilità che non va sprecata.”

Manuel Vazquez Montalban

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Se voi star sano, osser[v]a questa norma
“Se voi star sano, osser[v]a questa norma:
non mangiar sanza voglia e cena leve,
mastica bene e quel che in te riceve
sia ben cotto e di semplice forma.
Chi medicina piglia, mal s’informa.
Guarti dall’ira e foggi l’aria grieve;
su diritto sta, quando da mensa leve;
di mezzogiorno fa che tu non do[r]ma.
El vin sia temperato, poco e spesso,
non for di pasto né a stommaco voto.
Non aspettar né indugiar il cesso.
Se fai esercizio, sia di picciol moto.
Col ventre resuppino e col capo depresso
non star, e sta coperto ben di notte.
El capo ti posa e tien la mente lieta.
Fuggi lussuria e attienti alla dieta.”
Leonardo da Vinci, in Codice Atlantico f. 213 (1515-1516)

 

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La dieta

 

“Doppo che ho rinnegato pasta e pane,
so’ dieci giorni che nun calo, eppure
resisto, soffro e seguito le cure…
me pare ‘n anno e so’ du’ settimane.
Nemmanco dormo più, le notti sane,
pe’ damme er conciabbocca a le torture,
le passo a immagina’ le svojature
co’ la lingua de fòra come un cane.
Ma vale poi la pena de soffrì
lontano da ‘na tavola e ‘na sedia
pensanno che se deve da morì?
Nun è pe’ fa’ er fanatico romano;
però de fronte a ‘sto campa’ d’inedia,
mejo morì co’ la forchetta in mano!”

 

Aldo Fabrizi

 

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Ambrogio Figino, “Piatto metallico con pesche e foglie di vite” 

 

 

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Dieta a base di frutta
“L’arancia è il giorno o la guancia fresca,
sorso di chiarore, bicchiere del tempo;
La pera va a fondo con le sue ferite d’acqua
con il ricordo del ghiaccio e aghi di piacere
e le pesche
accumulano la loro bionda polpa di allegria.
La mela nipote, fragrante dell’avorio vegetale
resiste invano a morire tra i denti.
Le sue lacrime congelate
mostrano uve dallo sguardo verde.
Campanelli di zucchero,
suonano senza rumore le prugne.
Tutto il sole imbottigliato in fiale,
tutta l’aria versata in volumi,
tutta l’acqua e la terra in stampi vegetali,
penetrano nel mio labirinto interno
e un mondo elementare si dissolve nel mio
percorrendo le viscere in circolo come un fiume.
E accelera il suo viaggio a sbuffi
nelle sue intime reti
tra una geografia palpitante
di muscoli e nervi, senza fermarsi mai,
trasformando in luce organica e in zucchero gioioso
i gesti delle cose e lo splendore terrestre.”
Jorge Carrera Andrade (Poeta, storico e diplomatico ecuadoriano), da “Biografía para uso de los pájaros”, 1937
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