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Parabole

27.03.2023
Parabola

Dei pescatori tirarono fuori dagli abissi una bottiglia.
Dentro c’era un pezzo di carta, con scritte queste parole:
«Aiutatemi! Sono qui. L’oceano mi ha gettato su un’isola deserta.

Sto sulla sponda e aspetto aiuto. Fate presto. Sono qui!».
«Non c’è data. Sicuramente ormai è troppo tardi. La bottiglia può aver galleggiato in mare per molto tempo» disse il primo pescatore.
«E non c’è indicazione del luogo. Non si sa neanche quale oceano sia» disse il secondo pescatore.
«Non è né troppo tardi né troppo lontano. L’isola qui è ovunque» disse il terzo pescatore.
Seguì una sensazione di disagio, calò il silenzio.

È quel che accade con le verità universali.

Wislawa Szymborska, “Parabola”, da “La gioia di scrivere”
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Pianto e riso
“Sopra la sponda del Nilo, in serata, una iena incontrò un coccodrillo ed essi si fermarono e si salutarono.
La iena parlò e disse: “Come ti va la giornata, Signore?”.
E il coccodrillo rispose dicendo: “Sta andando male per me. A volte, nella mia pena e nel mio dolore, piango, e le altre creature spesso dicono: “sono solo lacrime di coccodrillo”. E questo mi ferisce oltre ogni dire”.
Allora la iena disse: “Tu parli della tua pena e del tuo dolore: ma pensa a me, per un momento. Contemplo la bellezza del mondo, le sue meraviglie e i suoi miracoli, e rido assolutamente di gioia, io rido come ride il giorno. E allora la gente della giungla mi dice: “Non è altro che il riso di una iena”.”
Kahlil Gibran, “Pianto e riso”, da “Il vagabondo. Le sue parabole e le sue parole”
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L’eremita le bestie
“Viveva una volta tra le verdi colline un eremita. Lui era puro di spirito e candido di cuore. E tutti gli animali della regione e tutti gli uccelli del cielo venivano da lui a coppie, e lui parlava con loro. l’ascoltavano gioiosamente, e si radunavano vicino a lui, e non s’andavano finché non cadeva la sera, quando lui lasciava andare, affidandoli al vento e ai boschi con la sua benedizione.
Una sera, mentre stava parlando d’amore, un leopardo alzò la testa e disse l’eremita: “Dolci parole d’amore. Dicci, signore, dov’è la tua compagna?”.
E l’eremita disse: “Io non ho una compagna”.
Un grande grido di sorpresa si levò dalla compagnia di bestie e di uccelli, ed essi cominciarono a dirsi l’un l’altro: “Come può lui parlarci di amore e di unione quando lui stesso non sa nulla?”.
E silenziosamente disdegnati loro lasciarono da solo.
Quella notte l’eremita si distese sulla stuoia con la faccia per terra, e pianse amaramente battendosi le mani sul petto.”
Kahlil Gibran, “L’eremita a le bestie”, da “Il vagabondo. Le sue parabole e le sue parole”
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La foto in evidenza è di Sonia Simbolo

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