“Quanto sei bella Roma quand’è sera
Quando la luna se specchia dentro ar fontanone
E le coppiette se ne vanno via
Quanto sei bella Roma quando piove
Quanto sei grande Roma quand’è er tramonto
Quando l’arancia rosseggia ancora sui sette colli
E le finestre so’ tanti occhi
Che te sembrano di’ quanto sei bella
Quanto sei bella”
Antonello Venditti, da “Roma capoccia”
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.”È la sera dei miracoli, fai attenzione
Qualcuno nei vicoli di Roma
Con la bocca fa a pezzi una canzone”
Lucio Dalla, da “La sera dei miracoli”
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“Il Colosseo
invoca nubi gelide
spiriti di Roma”
Sono Uchida, da “Haiku, diario romano”, 1988
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“Solo a Roma ci si può preparare a comprendere Roma.”
Johann Wolfgang von Goethe, da “Viaggio in Italia”, 1816
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“Roma puttana quattro dischi, un gatto, una serata strana.
Roma spogliata dei suoi tanti amori, dei suoi vecchi fiori
Roma fatata lasciami cantare una serenata…
Roma venduta per due soldi a una vecchia americana
Roma nascosta sotto il fumo nero dei nostri cannoni
Roma incantata, lasciami suonare una serenata…
Roma sorella quante volte son partito e ritornato Roma mia madre,
occhi tristi che non m’hanno abbandonato.
Roma svampita, calze a rete tacchi a spillo e un po’ di vita
Roma ingannata dai suo tanti amori, dai suoi vecchi fiori
Roma stregata, lasciami cantare una serenata
Roma spogliata lasciami cantare una serenata…”
Luca Barbarossa, da “Roma spogliata”
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“L’uomo che vuole fare fortuna in questa antica capitale del mondo deve essere un camaleonte capace di riflettere tutti i colori dell’ambiente che lo circonda, un Proteo capace di assumere tutte le forme. Deve essere compiacente, insinuante, falso, impenetrabile, spesso strisciante, perfidamente sincero; deve fingere sempre di sapere meno di quello che sa, deve avere un tono di voce inalterabile, deve essere paziente, deve saper padroneggiare la propria fisionomia, deve essere freddo come il ghiaccio quando un altro al suo posto sarebbe tutto fuoco; e se ha la disgrazia di non avere la fede nel cuore, deve averla nell’intelletto e soffrire in pace, se è un uomo onesto, la mortificazione di doversi riconoscere per un ipocrita. E se detesta comportarsi così, è meglio che lasci Roma e vada a cercare fortuna altrove.”
Giacomo Casanova, da “Storia della mia vita”
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“Alarico diceva che un “demone” lo spingeva contro Roma. Ogni civiltà stremata aspetta il suo barbaro, e ogni barbaro aspetta il suo demone.”
Emil Cioran, da “L’inconveniente di essere nati”, 1973
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“Roma è città internazionale, veramente cattolica. A Roma non trovi il pettegolezzo. Essa possiede il cosiddetto uso di mondo, il savoir faire, e meglio il lasciar fare, la tolleranza per l’opinione altrui, il facile adattarsi ai modi non suoi, anzi la filosofica indifferenza, anzi lo scetticismo di chi viaggiò molto e molto mondo conobbe. Né ciò perché i romani abbiano effettivamente viaggiato: la maggior parte non oltrepassò i colli Albani, ma perché Roma fu viaggiata da tutto il mondo, il che torna lo stesso.”
Carlo Dossi, da “Note azzurre”
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“Roma è una città eterna non per le sue glorie, ma per la capacità di subire le barbarie dei suoi invasori, di cancellarle col tempo, di farne rovine.”
Ennio Flaiano, da “Diario notturno”, 1956
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“Roma, un caos e un universo di pietra, un sovraffollamento, una mescolanza, una confusione, una sovrapposizione di case, di palazzi, di chiese, una foresta di architetture, dove si elevano le cime dei campanili, delle cupole, delle colonne, delle statue, delle braccia di rovine disperate nell’aria, delle punte di obelischi, dei Cesari di bronzo, delle spade di angeli neri contro il cielo.”
Edmond e Jules de Goncourt, da “Madame Gervaisais”, 1869
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“Roma − m’hanno detto − è come una madre negra. Piena di abominevoli difetti. Ma le madri negre − aggiungo io − sono le più amorose e quindi le migliori del mondo.”
Umberto Saba, da “Scorciatoie”, 1946
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“Città contraddittoria […], carica di tutta la gloria, di tutte le rovine e di tutta la polvere che i secoli si sono lasciati dietro, è possibile scorgere le tracce di ogni evento o sentimento umani, l’ardimento e la codardia, la generosità e l’ignavia, l’intraprendenza e la losca mollezza degli infingardi. Non c’e avvenimento della storia conosciuta che non abbia lasciato un segno, una cicatrice, un graffio sulla sua scorza. Roma non sarà mai la città dell’ordine, delle simmetrie, del nitido svolgersi dei fatti secondo un disegno, l’esito coerente di un progetto. Se la storia degli uomini altro non è che violenza e frastuono, Roma è stata nei secoli lo specchio di questa storia, capace di riflettere con fedeltà ogni dettaglio, compresi quelli dai quali si distoglierebbe volentieri lo sguardo”.
Corrado Augias, da “I segreti di Roma”, 2005
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“Roma è puttana come Patrizia, grintosa come il Bufalo, egocentrica come il Libano. È dolce come Roberta, svampita come il Dandy, pigra e allo stesso tempo determinata come il Freddo. Roma racchiude tutte le sfumature dell’essere umano.”
Francesco Montanari, su AsRomaLive, 2009 [I nomi citatati sono personaggi del film Romanzo criminale – La serie 2008/10]
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La foto in evidenza è di Andrea Coltrioli