Pensieri

La mia è una generazione che ha creduto a tutto

11.05.2023
“La mia è una generazione che ha creduto a tutto.
Abbiamo creduto che il guscio Meliconi rimbalzasse, come si vedeva nella pubblicità.
Abbiamo creduto che sarebbe stato sufficiente conseguire una laurea per ottenere un buon lavoro e uno stile di vita dignitoso.
Abbiamo creduto che andare lontano dalla propria famiglia, donandosi con fiducia al mercato delle opportunità infinite, fosse la sola vera forma di emancipazione possibile.
Abbiamo creduto che il web fosse uno strumento meraviglioso, capace di abbattere distanze e disuguaglianze.
Abbiamo creduto che non avremmo mai visto la guerra, o la miseria, da vicino.
Abbiamo creduto che qualcuno, certo non noi, si sarebbe occupato della siccità, della concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, del buco dell’ozono, dell’innalzamento delle acque, dell’estinzione delle altre specie.
Abbiamo creduto che i diritti conquistati fossero garantiti e che non ci toccasse difenderli, mentre eravamo impegnati a popolare le schiere dei “milleuristi”.
Abbiamo creduto che non avremmo avuto bisogno dei nostri genitori crescendo, e che i nostri genitori non avrebbero avuto bisogno di noi invecchiando, e che i nostri figli non avrebbero avuto bisogno dei nonni, e dei cugini, dei parenti, di tutta quella ragnatela d’affetti, talvolta disfunzionale, che chiamiamo famiglia.
Abbiamo creduto che la famiglia si potesse costituire da zero, in via elettiva, senza i vincoli opprimenti della consanguineità. Abbiamo creduto che gli amici, con le loro vite fitte di impegni, avrebbero supplito all’assenza dei nonni in pensione.
Abbiamo creduto di farcela, senza avere abbastanza soldi, senza avere abbastanza aiuti. Siamo stati presuntuosi, o fessi, non saprei. Coraggiosi o incoscienti, chi può dirlo. Pigri. Individualisti. Chissà.
D’altra parte, ogni generazione fa i sacrifici che la sua epoca impone: mia nonna è sopravvissuta alle bombe, io alla genitorialità a partita Iva nella città più cara d’Italia con 0 nonni vicini.
Tutto okay. Solo che a volte ti rode il culo. Senti rassegnazione, solitudine, opacità d’animo. Una certa stanchezza interiore…
Ma sì, domani andrà meglio. Crediamoci.
Del resto, abbiamo creduto a tutto, no?”
Stella Pulpo
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Foto di Jean-Pierre Rey, “La Marianna del Sessantotto”

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