Linguaggi

Pignolerie….su poesie

13.05.2023
A voler essere pignoli…
A Zacinto (di Ugo Foscolo)
“Né più mai toccherò le sacre sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar…
(continua)
Né mai. Significa e non.
È una congiunzione negativa iniziale… Che si congiunge a cosa?
A niente, perché prima non c’è niente. La poesia inizia da qui.
In pratica è come se ne mancasse un pezzo.
Questa è una poesia cui manca un pezzo.
Vediamo se si capisce lo stesso.
Foscolo promette in tono solenne che non toccherà mai più le sponde di Zacinto.
Zacinto mia!, dice.
Sua? L’aveva per caso comprata? Zacinto è del Demanio.
Le proprietà del Demanio sono inalienabili, non si possono vendere.
Allora avrà pensato che Zacinto fosse diventata sua per usucapione, perché nessun rappresentante dello Stato greco ci andava da tempo. Non vuol dire, le proprietà del Demanio sono anche imperscrittibili, non si possono cioè usucapire e rimangono dello Stato anche se sono abbandonate per centinaia di anni!
Foscolo intenderà forse «Zacinto mia» in senso affettivo, cioè che gli era cara. Se è così non si capisce perché dopo promette che a cominciare dal 1803, anno in cui scrive, non toccherà mai più le sacre sponde di Zacinto.
Il motivo?
Non lo dice, ha deciso che non le vuol più toccare!
Va bene, attenzione però…
Le sponde sono tratti di terreno che delimitano un corso d’acqua o il mare. Zacinto è per larghi tratti montuosa e presenta delle falesie a strapiombo sul mare. Foscolo non vuole più toccare nemmeno quelle?
Lui dice che non vuol toccare le sponde ove il suo corpo fanciulletto giacque. Cioè quelle sulle quali giacque da bambino.
Giacere significa essere adagiati su una superficie orizzontale o debolmente inclinata, mentre una scogliera o una falesia hanno un andamento scosceso. Su di esse è impossibile giacere.
Foscolo da bambino giaceva sulle spiagge di Zacinto, cioè sulle sue sponde sabbiose, come tutti i bambini.
Alla fine son solo quelle che non vuol più toccare. Invece le falesie può ancora toccarle per via della loro conformazione impervia.
Esatto. Ora è chiaro.
Allora, la poesia si intitola “A Zacinto”, quindi significa che Foscolo sta andando a Zacinto o è a Zacinto. Come ci va o come ci è andato?
Senza dubbio via mare, perché Zacinto è un’isola e la nave era l’unico mezzo disponibile nell’800 per raggiungere le isole.
Dunque, una volta a Zacinto, Foscolo cosa sarà obbligato a fare, dal momento che ha scritto questa poesia, per mantener fede al suo proposito?
Dovrà buttarsi in acqua dal piroscafo quando passa vicino a una scogliera, e arrampicarsi fino in cima. Con le mani bagnate, fra l’altro.
Sarebbe per lui molto più comodo sbarcare sul molo di attracco o su una spiaggia, come le persone normali.
Però Foscolo le sponde dove poteva aver giaciuto da bambino ha promesso di non toccarle mai più. Non può rimangiarsi la parola.
Per cui anche quando è il momento di andar via da Zacinto, per non toccare le sponde dove giacque da fanciullo, l’unica per lui rimane quella di buttarsi in mare dalla cima della scogliera, nuotare fino al piroscafo, farsi lanciare una cima da un membro dell’equipaggio e risalire a bordo.
Capita però che in alta stagione i posti sui piroscafi siano esauriti e senza prenotazione non ti facciano salire. In questo caso a Foscolo toccherà tornare a nuoto alla scogliera, per poi risalirla e ributtarsi in mare all’arrivo del piroscafo successivo, sperando che ci sia posto. Oppure dovrà cercar riparo in qualche grotta marina battuta dalla risacca.
Perché la fa così complicata, si può sapere?
Beh, era un tormentato, un assetato d’adrenalina, incarnava la figura dell’eroe romantico, temerario, passionale, non incline ai compromessi.
È come se in occasione dei suoi ritorni a Zacinto, dove aveva vissuto da fanciullo, volesse dimostrarlo a tutti.
Beh, con questa promessa direi che ci è riuscito.
Da quel momento andare e venire via mare dall’isola per lui avrà voluto dire rischiar la pelle tutte le volte.
Al contrario, per la Pro loco di Zacinto i tuffi dalla scogliera del grande Foscolo saranno diventati un’attrazione, un utile strumento di promozione turistica del territorio, soprattutto in periodo estivo.
Dice poi che Zacinto si specchierebbe nelle onde del greco mare. Il greco mare? Il greco mare non esiste. Potrebbe forse essere definito così il mar Egeo. Zacinto però è nel mar Ionio, che ha acque territoriali divise fra Italia, Grecia e Albania. Quindi avrebbe semmai dovuto dire… «che te specchi nelle onde dell’italo-greco-albanese mar…».
Oppure, ancora meglio… «che ti specchi nelle acque territoriali greche del Mar Ionio»… Mah… La poesia è inspiegabile… probabilmente perché ne manca un pezzo, subito all’inizio.
Sicuramente nel pezzo che manca si spiegava perché non vuol più toccare le sponde.
Alberto Piancastelli, da “Pignolerie”, 2020
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