“Scusa, sai, Masino, se l’altro giorno ti misi in castigo.
Fu uno sbaglio, perdonami: tutti si può sbagliare in questo mondo.
Che cosa avesti fatto, povero figliolo, da meritarti un castigo? Non avevi imparato la lezione…
Ma è forse questa una mancanza? Non ci mancherebbe altro! Animo, via, e non se ne parli più. Fammi intanto vedere i tuoi quaderni! Benissimo!
Sono tutti coperti di scarabocchi! Gli scarabocchi sui quaderni provano che lo scolaro è un ragazzino pulito e che studia bene.
Vediamo ora i tuoi libri. Benissimo! Questi libri, tutti strappati e sbrindellati, sono una bella prova che sai tenerli da conto.
La prima cosa che deve fare uno scolaro per bene e veramente studioso, è quella di sciupare i libri di scuola. Domani, venendo a scuola, cerca di perderne qualcuno per la strada.
E questa macchia, che hai qui sul davanti della camicia, come mai te la sei fatta?”
“Me la son fatta stamani, nel leccare lo zucchero in fondo alla chicchera.”
“È una macchia che ti sta benissimo.
Io ho avuto sempre a noia gli scolari con la camicia pulita.
Gli scolari mi piacciono come te, tutti coperti di macchie e di frittelle.
E dimmi Masino, l’aritmetica l’hai studiata?”
“Sissignore.”
“Che cosa rappresenta una crocetta così, posta fra due numeri?”
“Ecco… dirò… che rappresenta una croce…”
“Oggi non sei in vena di rispondere. Mi risponderai un’altra volta. E la geografia l’hai imparata?”
“Sissignore.”
“Sentiamola. In quante parti si divide l’Italia?”
“In quattro parti: l’Italia di sopra, l’Italia di sotto, l’Italia nel mezzo e Italia…”
“Italia come?”
“Italia… da una parte.”
“Non è precisamente cosi, ma dirai meglio un’altra volta.
Eccoti intanto dieci, per la franchezza con la quale hai risposto a tutte le mie domande.”