Pensieri

La mia parola è No

26.06.2023
“Io non voglio la vita. Voglio vincere la vita. La mia parola è No.
Noi non apparteniamo alla vita. Anche se forse la nostra anima si dissolverà col nostro corpo, anche se forse non abbiamo altro che questo breve tempo in cui ci è dato di fiorire e morire – comunque non le apparteniamo. Siamo qui per superare la vita, per vincerla. È per un rifiuto che siamo al mondo, per essere scoglio sul mare del tempo contro cui le onde infinite s’infrangono facendosi schiuma. La nostra parola è No.
Nulla placa la nostalgia dell’anima. Né il dolore, né la gioia più profonda. Perché essere uomo è avere fame. solo avere fame, fame – di qualcosa che non si può raggiungere. Di qualcosa che non esiste.
Sì, ogni giorno è una prigione. Ogni istante che ci è dato, ogni lasso di tempo che possiamo vivere è una prigione nella quale siamo tenuti segregati. Ogni fede, ogni dubbio, ogni passione che ci prende, ogni estasi che ci riempie col suo fuoco è la nostra prigione che ci si chiude intorno… Passiamo di segreta in segreta per tetri corridoi in un labirinto in cui nessuno si orienta, neppure che ci guida… Questa è la vita terrena. Vita da talpe, la vita terrena.
La vita non ha per fine la nostra realizzazione. La vita non ci capisce. E come potrebbe. È tutt’altro da noi… Vivere! Perché dobbiamo sempre, sempre vivere? Perché non possiamo mai essere?
È questa la nostra tragedia: la vita non ci basta. È da qui che derivano tutti i nostri problemi, tutta la nostra miseria. Siamo esseri che tendono le mani al cielo.
C’è una nauseante atmosfera d’interesse “spirituale”, in cui i poeti, con il loro fiuto e la loro opportunistica emotività professionale, divulgano il sapere e indicano agli uomini il cammino del loro vero dominio. S’instaura una sorta di comoda “concezione esistenziale”, che si nutre della più viva curiosità per tutto ciò che di più basso e più primitivo vi è nell’uomo. Ma su ciò che vi è di più alto, di divino, non si è curiosi. Sono valori incerti, che han più volte dato prova di non essere di grande affidamento. Mentre il basso, l’animalesco, è certo. È qualcosa su cui contare, lo sappiamo bene.
La vita è il prezzo che paghiamo perché il nostro essere possa esistere.
Mai, cuore umano, troverai pace dal tuo sogno di eternità. Mai ti basterà la vita. Tu devi creare, cercare qualcos’altro, qualcosa al di là. Dobbiamo perennemente dare la sua parte all’immortalità.”
Pär Lagerkvist (scrittore, poeta e drammaturgo svedese, Premio Nobel per la letteratura del 1951), da “La mia parola è No”, 1927
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Immagine in evidenza: Paul Gauguin, “Visione dopo il sermone”, 1888

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