Pensieri

Ne valeva la pena

08.07.2023
A Napoli, nel quartiere San Lorenzo, mi sono una volta fermato a leggere i testi delle lapidi in marmo che affollano i muri della chiesa di Santa Maria Maggiore della Pietrasanta. La piazzetta dove la chiesa si trova è tagliata, manco a farlo apposta, da via dei Tribunali. I testi delle lapidi sono scritti in latino. Suscitano tutti un’eco profonda, ma due, in particolare, mi hanno colpito.
Il primo dice: “Excellentium virorum est improborum negligere contumeliam a quibus etiam laudari turpe
[E’ degli uomini migliori non curarsi degli insulti degli improbi, giacché persino essere lodati da costoro è motivo di vergogna].
Il secondo è ancor più significativo: “Audendo agendoque Respublica crescit non iis consiliis quae timidi cauta appellant
[La cosa pubblica cresce con il coraggio e con l’azione, non con le decisioni che i pavidi chiamano caute].
Rileggo ancora: “La cosa pubblica cresce con il coraggio e con l’azione, non con le decisioni che i pavidi chiamano caute“.
Il pensiero va subito a quanti, ovunque collocati, nelle istituzioni o nei partiti, conoscono solo la prudenza come criterio dell’azione politica. La prudenza, sia ben chiaro, è virtù per chiunque, ma quando assume il carattere del compromesso sui principi diventa vizio da evitare, quasi sempre un peccato che è difficile perdonare.
Armando Spataro, da “Ne valeva la pena. Storie di terrorismi e mafie, di segreti di Stato e di giustizia offesa”, 2010

Lascia un commento