Pensieri

Il sacro vuoto dell’anima

10.07.2023
“C’è un vuoto, un buco nella nostra cultura. Qualcosa che c’è stato per migliaia di anni e non c’è più. Qualcosa che si dava per scontato. Qualcosa a cui ci eravamo abituati, un compagno fedele ed esigente della nostra vita. Che parola usare: una cosa, un’entità, un essere? Qualcosa che consideravamo parte di noi stessi, la parte più importante. La parte più intima. Il vero tesoro che siamo, era lei, non eravamo noi, non ero io! L’abbiamo persino confusa con la nostra intimità. Con la nostra identità. Questa cosa è sparita, è volata via come un uccello? Si è dissolta, questa cosa, come un cadavere che si decompone sotto terra, consegnato alla tenace voracità dei parassiti? E’ stata uccisa, questa cosa, come, nelle parole di Nietzsche, Dio è stato ucciso da noi? E’ stata imprigionata in qualche prigione dimenticata, per non far sentire mai più la sua voce? Che non torni mai più! Lo sentiamo: qualcosa o qualche essere che era come legato a noi ci è stato portato via. Qualcosa la cui parola stessa sta gradualmente svanendo.
L’anima”.
Robert Redeker, da “Il sacro vuoto dell’anima”, Intervista di Giulio Meotti al filosofo Robert Redeker, 8 maggio 2023, 8 maggio 2023
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Nell’immagine: Alberto Burri, “Grande rosso P. N. 18”, 1964

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