Forse avrete letto la filastrocca di Gianni Rodari “L’accento sull’A”, ma per chi non la conoscesse o non la ricordasse, eccola qua:
“O fattorino in bicicletta
dove corri con tanta fretta?”
“Corro a portare una lettera espresso
arrivata proprio adesso”.
“O fattorino, corri diritto,
nell’espresso cosa c’è scritto?”
“C’è scritto: Mamma non stare in pena
se non rientro per cena,
in prigione mi hanno messo
perché sui muri ho scritto col gesso.
Con un pezzetto di gesso in mano
quel che scrivevo era buon italiano,
ho scritto sui muri della città
“Vogliamo pace e libertà”.
Ma di una cosa mi rammento,
che sull’-a- non ho messo l’accento.
Perciò ti prego per favore,
va’ tu a correggere quell’errore,
e un’altra volta, mammina mia,
studierò meglio l’ortografia”.
La storia più bella, però, è quella che ha ispirato la poesia e che è legata a Luciana Romoli, la partigiana “Luce”. Gianni e Luciana si conoscono alla redazione de “Il Pioniere”, la rivista diretta da Rodari e presso la quale Luciana lavora come segretaria.
Poi un giorno…
“La Costituzione era già stata promulgata, compreso l’art. 21 – ma io fui arrestata per aver scritto su un muro: ‘Pace e libertà’. I compagni mi avvisarono con un fischio dell’arrivo della polizia, ma io mi trattenni fino all’ultimo perché ci tenevo a mettere l’accento sulla A. E così mi arrestarono. Mi dovetti fare 10 giorni in custodia delle suore mantellate. Telefonai a mia madre dicendole che partivo per Napoli per una campagna elettorale. Quando mia madre riferì la notizia a Rodari, presso il quale già lavoravo, lui intuì la bugia e, al mio ritorno, mi chiese di spiegargli cosa fosse realmente accaduto. Gli raccontai tutto e nacque la filastrocca che si intitola L’accento sull’A”.
Luciana Romoli, la partigiana “Luce”