“I have chosen, I have chosen
To become the love I’m longing
Love was never something beyond me
Underneath me or above me
And I will, I must and so I will
Dwell beneath the desert still
For there’s no safety to be acquired
Riding streetcars named desire
If I were dying, if I were dying
What would I want, what would I want with me?
If I were dying, if I were dying
Who would I want, who would I want to see?
And I will, I must and so I will
Dwell beneath the desert still
For there’s no safety to be acquired
Riding streetcars named desire
When I was married, when I was married
I’d ask my husband to lay his body over me
And to tell me, and to tell me
Just how safe he’d keep me
And I will, I must and so I will
Dwell beneath the desert still
For there’s no safety to be acquired
Riding streetcars named desire”
“Ho scelto, ho scelto
Per diventare l’amore che desidero
L’amore non è mai stato qualcosa al di là di me
Sotto di me o sopra di me
E lo farò, devo e così lo farò
Dimora ancora sotto il deserto
Perché non c’è sicurezza da acquisire
Cavalcando tram chiamati desiderio
Se stessi morendo, se stessi morendo
Cosa vorrei, cosa vorrei da me?
Se stessi morendo, se stessi morendo
Chi vorrei, chi vorrei vedere?
E lo farò, devo e così lo farò
Dimora ancora sotto il deserto
Perché non c’è sicurezza da acquisire
Cavalcando tram chiamati desiderio
Quando ero sposata, quando ero sposata
Chiederei a mio marito di adagiare il suo corpo su di me
E per dirmi, e per dirmi
Quanto mi avrebbe tenuto al sicuro
E lo farò, devo e così lo farò
Dimora ancora sotto il deserto
Perché non c’è sicurezza da acquisire
Cavalcando tram chiamati desiderio.”
Sinéad O’Connor, “Streetcars”, dall’album: “I’m Not Bossy, I’m the Boss”
*****
Nell’immagine: Vivien Leigh e Marlon Brando nel film “Un tram che si chiama Desiderio”, diretto da Elia Kazan nel 1951