“La poesia è il luogo del nulla, il luogo degli incontri, del fiume che è davanti casa mia.
La poesia è la casa che hai dentro.
E non ti importa se la morte o il vicino di casa vengono a turbare te e quello che hai da dire.
Molti hanno pensato che la mia poesia sia la mia follia.
Pochi hanno capito, invece, che la mia poesia è nata prescindere da tutto e da tutti.
Avrei potuto fare la matta o la ragioniera e la mia poesia sarebbe comunque uscita.
Essa è una forza che nasce in me, è come una gravidanza che deve andare a termine.
Per scrivere bisogna studiare molto.
Ma bisogna anche imparare a guardare.
Soprattutto bisogna imparare a non giudicare mai nessuno.
Il vero poeta è come una madre.
La sua più bella offerta è l’amore e più figli hai, più vorresti averne.
Non farne degli schiavi ma dei discepoli.
… Ho iniziato a scrivere in versi il mio inno alla vita.
Questo è il mio modo di scrivere.
E’ un mondo, il mio, che si confronta con le cose del quotidiano.
Non mi piacciono i poeti che scrivono cose, magari bellissime, sul destino del mondo e non sono neanche in grado di accorgersi della vicina di casa che sta male.
In quello che è il disordine della mia vita, ho sempre cercato di essere disponibile e aperta al mondo. Nel mio andare per i Navigli ho sempre parlato ed aiutato tutti quelli che mi tendevano la mano: è anche grazie a loro, grazie a ciò che mi hanno insegnato che io ho fatto e faccio poesia.”