Affabulazioni

Narges Mohammadi

09.10.2023
“I pensieri e i sogni non muoiono. La fede nella libertà e nella giustizia non perisce con l’imprigionamento, la tortura o persino la morte e la tirannia non prevale sulla libertà.”
Narges Mohammadi, attivista iraniana, Premio Nobel per la pace 2023
Narges ha cominciato a difendere i diritti umani fondando, all’università, il gruppo degli “Studenti illuminati”.
Vicepresidente del DHRC (“Defenders of Human Rights Center”) dal 2009, ha animato una serie di campagne contro la legge che obbliga le donne a indossare lo hijab, contro la pena di morte, le torture, la sistematica violazione dei diritti umani da parte del regime talebano e contro la “White Torture” (ossia la pratica di isolare le donne in celle completamente bianche in uno stato di totale deprivazione sensoriale)
“L’isolamento significa essere rinchiusi in uno spazio molto piccolo. Quattro mura e una porticina di ferro tutti dello stesso colore, spesso bianco. Non c’è luce naturale all’interno della cella. Non c’è aria fresca. Non si sente alcun suono e non puoi parlare o avere relazioni con altri esseri umani. Non hai niente tranne tre coperte sottili e logore, una camicia e dei pantaloni. Gli interrogatori sono condotti con minacce, intimidazioni e pressioni. I detenuti sono sottoposti a false accuse e a pressioni psicologiche per costringerli a false confessioni. Non ci sono contatti con familiari, amici o avvocati. La solitudine e l’impotenza influenzano la mente umana giorno dopo giorno”.
(Narges Mohammadi)
Attualmente detenuta nella prigione di Shahr-e Rey (nei pressi di Teheran), arbitrariamente privata di assistenza sanitaria nonostante le gravi condizioni di salute, Narges è stata ripetutamente arrestata (nel 2011, nel 2015, nel 2016, nel 2021) e nel ’22 è stata condannata a otto anni e due mesi di reclusione, due anni di esilio e 74 frustate.
Il popolo iraniano ha pagato un prezzo altissimo per combattere la tirannia e il regime religioso. Stiamo assistendo a uno sforzo eroico per ottenere la democrazia e il rispetto dei diritti umani. E ora che le donne stanno sacrificando la propria vita per poter scegliere cosa indossare, è difficile parlare di libertà di espressione. Dopo anni di reclusione, io sono di nuovo in carcere, privata anche della possibilità di ascoltare la voce dei miei figli, ma ho il cuore pieno di passione e di speranza. Cerchiamo la vittoria e la sconfitta una volta per sempre della tirannia”.
(Narges Mohammadi)

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