Più vado avanti nella vita, più desidero dire agli altri, specialmente adesso che mi sento vicino alla morte, ciò che sento in modo particolarmente vivo e che, secondo me, è di un’importanza enorme, e cioè quel che si chiama la non resistenza, ma che, essenzialmente, non è altro che la dottrina dell’amore non svisata dalle false interpretazioni. Che l’amore, cioè l’aspirazione delle anime verso l’unione e verso l’attività che ne deriva, costituisca la somma, l’unica legge della vita umana lo sente e lo sa nel profondo dell’anima ogni uomo (come si vede più chiaramente nei bambini); lo sa finché non viene confuso dalle false teorie mondane. Questa legge è stata proclamata da tutti i saggi del mondo, indiani, cinesi, europei, greci, romani. Penso che sia stata espressa più chiaramente da Cristo, che ha detto apertamente che solo in ciò consistono tutta le legge e tutte le profezie. Ma non basta: prevedendo lo svisamento al quale questa legge è stata sottoposta, e al quale può essere sempre sottoposta, egli ha indicato chiaramente il pericolo di questo svisamento, che è proprio delle persone che vivono per gli interessi mondani, e precisamente il pericolo di permettersi una difesa di questi interessi per mezzo della forza, cioè, come egli disse, di rispondere ai colpi con i colpi, di togliere con la forza gli oggetti appropriati eccetera eccetera.
L’uomo sa, e qualsiasi persona ragionevole non può non sapere, che l’uso della coercizione è incompatibile con l’amore quale legge fondamentale della vita, che non appena viene permessa la coercizione, qualunque ne sia l’occasione, viene riconosciuta l’insufficienza della legge dell’amore e quindi viene negata la legge stessa. Tutta la civiltà cristiana, che sembra splendere così tanto, è cresciuta su questo malinteso e su questa contraddizione manifesta e strana, a volte coscientemente ma, nella maggioranza dei casi, inconsciamente.
In sostanza, non appena fu permessa la resistenza con l’amore non ci fu più né ci poté più essere l’amore quale legge della vita e non ci fu legge dell’amore oltre la violenza, cioè l’imposizione del più forte. Così l’umanità cristiana ha vissuto durante diciannove secoli. È vero, in ogni tempo gli uomini si sono lasciati guidare nell’organizzazione della loro vita dalla sola violenza…
Tutta la vita dei popoli cristiani è una lampante contraddizione fra ciò che professano e ciò su cui fondano la loro vita: la contraddizione fra l’amore, riconosciuto quale legge della vita, e la violenza, riconosciuta addirittura come necessità sotto diversi aspetti tutti riconosciuti e esaltati, come l’autorità dei regnanti, i giudici e l’esercito. Questa contraddizione è cresciuta continuamente insieme col progresso degli uomini del mondo cristiano e, in questi ultimi tempi, è arrivata all’estremo. Adesso la questione si presenta evidentemente così: o ammettere il fatto che non riconosciamo alcuna dottrina religiosa e morale, e ci lasciamo guidare nell’organizzazione della nostra vita unicamente dalla violenza del più forte, oppure ammettere che tutte le nostre istituzioni, i tributi ottenuti con la forza, i tribunali, la polizia e soprattutto l’esercito, devono essere abolite.
Il socialismo, il comunismo, l’anarchia, l’esercito della salvezza, la criminalità in aumento, la disoccupazione, l’insensato e crescente lusso dei ricchi e la miseria dei poveri, il numero terribilmente alto dei suicidi sono tutti segni di questa contraddizione interiore che deve e non può non essere risolta. S’intende, essere risolta nel senso del riconoscimento della legge dell’amore e del rinnegamento di qualsiasi violenza. E perciò la vostra attività nel Transvaal, che a noi sembra in capo al mondo, è pure un’opera centrale, la più importante delle opere che vengano svolte adesso nel mondo. Penso che vi farà piacere sapere che anche da noi in Russia questa attività si sta diffondendo rapidamente sotto forma di rifiuti al servizio militare che aumentano ogni anno. Per quanto insignificante sia il numero dei vostri uomini che rigettano la resistenza e di quelli che da noi, in Russia, rifiutano il servizio militare, sia gli uni sia gli altri possono dire coraggiosamente che Dio è con loro. E Dio è più forte degli uomini. Nel riconoscimento del cristianesimo, anche nella forma svisata nella quale viene professato fra i popoli cristiani, e nel riconoscimento, nello stesso tempo, della necessità degli eserciti e delle armi per uccidere con enormi masse di soldati, c’è una contraddizione così chiara, così lampante, che prima o poi, probabilmente molto presto, deve venir fuori, e bisognerà abolire o il riconoscimento della religione cristiana, che è indispensabile per appoggiare l’autorità, oppure l’esistenza dell’esercito e di qualsiasi violenza da esso sostenuta, e che non è meno indispensabile all’autorità…
I governi sanno dove sta il loro pericolo principale e proteggono con vigilanza i loro interessi: si tratta di essere o non essere.
Con perfetta stima,