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Li Bai, “il poeta immortale”

21.12.2023

“Le sue pennellate impauriscono vento e pioggia,

le sue poesie fanno piangere spiriti e demoni.”

(Du Fu)

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“Guardando al cielo,

con una grande risata mi diparto.

Una persona come me

può forse stare tra le erbe selvatiche!”

 

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“La grande strada è come il cielo azzurro,

solo io non so ritrovarla.”

 

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“Com’è possibile piegare il capo e chinarsi

al servizio dei signori al potere,

ciò mi impedisce la gioia al cuore e al viso.”

 

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“Il vento di primavera conosce la pena
di chi parte,
non riveste di verde i rami del salice.”
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“Il tramonto scende al monte verde,

la luna sul monte accompagna

il ritorno delle genti.”

 

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“Al mattino è lucida seta,

è neve alla sera.”

 

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“Vorrei guardare il Fiume Giallo,

ma il ghiaccio serra la corrente,

tento la scalata del Taihang,

ma di neve è ammantato il monte.”

 

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Prendi la spada per tagliare l’acqua,

l’acqua continua a scorrere.

Alza il calice per calmare la tristezza,

la tristezza aumenta sempre di più.”

 

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“Di tremila zhang i capelli bianchi,

lunghi quanto la mia angoscia.”

 

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“Di fronte al mio letto la Luna rischiara la terra
come riflessi di brina.
Alzo lo sguardo alla fulgente Luna,
poi chino il capo: la mia terra è lontana.”

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“Bivacco notturno al monastero sui monti

Allungo la mano, afferro le costellazioni

Non oso parlare ad alta voce

Ho paura di svegliare chi sta sopra il cielo.

 

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Aiwa Katsushi (artista giapponese contemporaneo)

 

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Leggero vento autunnale

Lucente luna d’autunno

Le foglie cadute si ammonticchiano e poi vanno distanti

Il corvo si accoccola e poi si agita

E quando ti penso vorrei conoscere il giorno in cui potrò rivederti

In questo momento, in questa notte, difficili sono i sentimenti”

 

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“Anche quel muro vecchio

anche quel magro cane

anche il gelo nel secchio

gode il sol, stamane.”

 

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Non vedi le acque del Fiume Giallo

scaturire dal cielo

 e scorrere rapide nel mare senza ritorno?

Non vedi nell’alta sala il lucente specchio

rattristarsi per la canizie,

al mattino fili d seta neri,

 la sera sono già neve?”

Per essere contenti della vita

occorre godere fino in fondo,

non lasciamo le coppe d’oro vuote alla luna!

Il talento che il cielo ci ha donato

servirà di sicuro,

per mille monete d’oro dissipate,

altrettanto torneranno.

Cuocere l’agnello, uccidere il bue,

quale piacere!

dovete tracannare d’un sol fiato

 trecento coppe.

Maestro Cen e amico Danqiu,

bevete senza mai fermarvi.

Per voi intonerò una canzone,

vi prego, porgete l’orecchio, ascoltate.

Campane, tamburi e delicati cibi

poco valgono per me,

voglio piuttosto un’ebbrezza

che non abbia mai fine.

I santi e i savi sin dall’antichità

sono caduti nell’oblio,

solo dei grandi bevitori è rimasto il nome.

Un tempo banchettava il principe Chen

a Ping Le,

con moggi di vino da diecimila monete

e motteggi licenziosi e allegri.

Ospite, perché dici di avere pochi soldi,

via, va a comprare per noi.

Il mio cavallo dai fiori a cinque petali,

la mia pelliccia da mille monete d’oro,

chiama il garzone che li baratti

con del buon vino,

insieme a voi, dissiperò un’amarezza

vecchia di diecimila anni.”

 

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“Ahimè, quanto è insidiosa e alta!

Difficile è la strada per Shu,

difficile più che la scalata al cielo!

In tempi immemorabili, Can Cong e Yu Fu

fondarono il Regno di Shu.

Nei quarantottomila anni trascorsi,

 né uomini né fumo oltrepassarono mai

i confini di Qin.

Ad ovest del Monte Taibai

un sentiero tracciato da uccelli,

serpeggiava fino alla vetta del Monte Emei.

La terra si spaccò e perirono gli eroi

sotto il monte squarciato,

nacque poi una scala sino al cielo

avvinta alle catene tra le rocce.

Al sommo, le alte vette fecero ritornare

il carro del sole trainato dai sei draghi,

nel fondo, spumeggiano le onde

e il torrente s’infrange in gorghi.

Il volo della gialla gru

non s’eleva a quell’altezza,

la scimmia tenta il valico

ma se ne rivela incapace.

Per il Monte Fango Verde

quante spire si avvolgono

cento passi nove tornanti

tra le rocce scoscese.

Toccando le stelle e alzando la testa

Il viandante trattiene il respiro per la paura,

con la mano premuta sul petto siede fra i lunghi sospiri.

Vuoi andare all’Ovest, ma quando?

Irta di pericoli è la strada,

sulle rupi scoscese è difficile arrampicarsi!

Non odi tra gli alberi antichi

il mesto grido degli uccelli,

il volo del maschio

che insegue la femmina tra i boschi…

E ascolti ancora sotto la luna il cuculo

che piange tutta la notte,

malinconico delle vuote montagne.

Difficile è la strada per Shu

difficile più che la scalata al cielo,

 solo a sentirne parlare

i volti si sbiancano!

Alte catene ad un dito dal cielo,

i pini inariditi pendono

sugli orridi abissi.

I torrenti e le cascate gareggiano

nel fragore,

contro le rocce il rimbombo

 fa rotolare le pietre

e si ripercuote come il tuono

in mille e mille gole.

Con tale pericolo,

ahimè, viandante,

perché vieni da tanto lontano!

Il pericoloso Passo della Spada

sporgente si erge,

da diecimila attaccanti

un sol uomo lo difende.

Se si rivela non fidata la sentinella,

diventa furioso come uno sciacallo.

Di giorno fuggi la feroce tigre,

di notte i lunghi serpenti

digrignano denti avidi di sangue

e recidono gli uomini come piante di canapa.

Si dice sia un luogo piacevole

la città di Broccato,

ma è meglio tornare presto a casa.

Difficile è la strada per Shu,

difficile più che la scalata al cielo,

 mi volgo indietro e guardo all’Ovest:

un lungo sospiro!”

 

*****

 

“Dall’Incensiere in pieno sole

s’innalzano vapori purpurei,

di fronte, in lontananza,

la cascata sospesa come un torrente.

Il corso d’acqua volante precipita giù per tremila piedi,

 come se dal cielo cadesse la Via Lattea.”

 

*****

Li Bai (701-762), noto in Occidente anche come Lu Po, è considerato, insieme a Du Fu, uno dei maggiori poeti  dell’epoca Tang, tradizionalmente considerata l’epoca d’oro della poesia cinese. Definito “il poeta immortale”, fu anche un raffinato calligrafo, pittore e musicista, ma la sua fortuna di poeta di corte ebbe vita breve: una prima volta, ne venne bandito  (a quanto pare, per aver insultato un eunuco che lo diffamò presso l’imperatore) e quando venne richiamato grazie all’intercessione di un amico,  non riuscì a sopportare lo sfarzo e la corruzione dilaganti, in contrasto stridente con la crisi in cui versava il Paese. Per di più, Li Bai non tollerava l’idea di dover comporre versi per il solo diletto dell’imperatore, da cui si sentiva trattato come una sorta di giullare; per cui abbandonò l’incarico di erudito e cominciò a viaggiare, cercando quella libertà che tanto amava. Le lunghe peregrinazioni che ritmarono la sua vita alimentarono in lui un grande amore della natura, che fu uno dei temi costanti della sua poesia, insieme al vino, che, a quanto sembra, gli costò la vita, in quanto si dice che morì “per il troppo bere”. Li Bai fu un autore particolarmente prolifico, che ha lasciato circa 900 poemi, nei quali si avverte, oltre ad una forte influenza del taoismo,  una complessa  visione del mondo, al tempo ascetica, intimista e gaudente.

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