Fosforescenze

La morte: un punto o una virgola?

12.01.2024
“La morte: un punto o una virgola?”
Valeriu Butulescu, da “Aforismi”, 2002
*****
“La morte è un ciglio
sulla palpebra della luce.”
Mirella Mehr, da “Notizie dall’esilio”, 1998
*****
William-Adolphe Bouguereau, “Il primo lutto”, 1888
*****
“Non mi piace che si finga di sprezzar la morte; la legge principale è saper sopportare quanto è inevitabile.”
Honoré de Balzac, da “Massime e pensieri di Napoleone”, 1838 
*****
“La morte del corpo non è la fine dello spirito, ma solo una tappa del viaggio, come quando nei tempi andati si cambiava diligenza.”
Louis Bromfield, da “Mrs. Parkington”, 1943
*****
“Citiamo tanto la morte, maiuscola, quella che conclude in catastrofe la nostra vita. Mai, o quasi, le morti minori, parziali, che consumiamo ogni istante e con sé ci consumano.”
Gesualdo Bufalino, da “Bluff di parole”, 1994

*****

“Dammi tempu ca ti perciu” (“Dammi tempo e ti bucherò”), così nel mio dialetto il sorcio alla noce.
Altrettanto la morte a ciascuno di noi.

Gesualdo Bufalino, Bluff di parole, 1994

*****

“I fatti sono cocciuti, la morte il più cocciuto dei fatti.”
Gesualdo Bufalino, da “Il malpensante”, 1987
*****
John Everett Millais, “Ophelia”, 1851-52
*****
“La morte significava ben poco per me. Era l’ultimo scherzo in una serie di pessimi scherzi.”
Charles Bukowski, da “Shakespeare non l’ha mai fatto”, 1979
*****
“La morte è un mostro che caccia dal gran teatro uno spettatore attento, prima della fine di una rappresentazione che lo interessa infinitamente.”
Giacomo Casanova, da “Storia della mia vita”, 1960/62 (postumo)
*****
René Magritte, “Le fantasticherie del viaggiatore solitario”, 1926
*****
“L’uomo non prova, in fondo all’anima, nessuna avversione nei confronti della morte; c’è pure un certo piacere nel morire. La lampada che si spegne non soffre.”
François-René de Chateaubriand, da “Pensieri, riflessioni e massime”, XIX sec.
*****
“Nei confronti della morte, oscillo senza tregua fra il “mistero” e il “nulla”, fra le Piramidi e l’Obitorio.”
Emil Cioran, da “L’inconveniente di essere nati”, 1973
*****
“Ci sono tre tipi di morte: il primo, quando il corpo smette di funzionare; il secondo, quando il corpo è calato nella tomba; il terzo, quel momento, nel futuro, in cui il tuo nome è pronunciato per l’ultima volta.”
David Eagleman, da “Sum: Quaranta racconti dall’aldilà”, 2009
*****
“Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.”
Epicuro, da “Sentenze e frammenti”, IV-III sec. a. C
*****
Gustav Klimt, “Ria Munk on the deathbed”, 1912
*****
“Con grande abilità abbiamo sospinto la morte al di fuori del nostro campo visivo. La morte gioca dietro porte laccate di bianco.”
Arnold Gehlen, da “Prospettive antropologiche”, 1961
*****
“Se sei consapevole della morte, essa non arriverà come una sorpresa, non ne sarai preoccupato. Percepirai che la morte è esattamente come cambiarsi d’abito e, di conseguenza, in quel momento riuscirai a mantenere la tranquillità mentale.”
Tenzin Gyatso (Dalai Lama), da “La via della tranquillità”, 1998
*****
Jacques-Luis David, “La morte di Marat”, 1793
*****
“Il richiamo della morte è anche un richiamo d’amore. La morte è dolce se le facciamo buon viso, se l’accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell’amore e della trasformazione.”
Hermann Hesse, da “Lettere 1895-1962”
*****
“Quanto di certo v’è nella morte è un po’ attenuato da quanto è incerto: un indefinito nel tempo che custodisce qualcosa dell’infinito e di ciò che chiamiamo eternità.”
Jean de La Bruyère, da “I caratteri”, 1688
*****
“Come era bella, grande e perfetta, la morte! Come consolante pensare a essa! Ivi era possibile mondarsi di tutte le menzogne e ignominie e sudicerie che ci insozzano sulla terra, in essa era un perfetto lavacro, un lieto rinfrescarsi, e poi un andar sconosciuti, indiscussi, a testa alta.”
D. H. Lawrence, da “Donne innamorate”, 1920
*****
“Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. / Sarà come smettere un vizio, / come vedere nello specchio / riemergere un viso morto, / come ascoltare un labbro chiuso. / Scenderemo nel gorgo muti.”
Cesare Pavese, da “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, 1950
*****
“Ci si alza e si fa toilette colla mente al lavoro a cui si deve recarsi. Ci si mette alle nove al lavoro aspettando l’ora del pranzo e guardando ogni tanto l’orologio per vedere se essa si avvicina. Si pranza col pensiero più o meno esplicito al lavoro a cui bisognerà fra poco ritornare, e spesso si trangugia per la fretta di ritornarvi. Ci si rimette al lavoro pomeridiano e si vagheggia intanto l’ora dell’uscita e poi della cena; e durante questa ci si prospetta l’attesa del teatro o del letto. Non solo nelle intraprese maggiori della nostra vita, ma nei piccoli e consueti eventi della giornata e di ogni giornata, si vive aspettando il dopo. Ma il dopo gli altri dopo, il dopo a cui essi mettono necessariamente capo, è la morte. È dunque un continuo propendere verso la morte e affrettare col pensiero e col desiderio la morte.”
Giuseppe Rensi, da “Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male e della morte”, 1937
*****
“Il profondo dolore per la morte di ogni essere amato ha origine dal sentimento che in ogni individuo sia qualcosa di inesprimibile, di esclusivamente peculiare e quindi assolutamente irripetibile. “Omne individuum ineffabile”. Ciò vale anche per le bestie, e viene sentito nel modo più vivo da colui il quale abbia per caso ferito mortalmente una bestia amata, e ora ne colga lo sguardo d’addio, che gli cagiona un dolore straziante.”
Arthur Schopenhauer, da “Parerga e paralipomena”, 1851
*****
Andrea Mantegna, “Il Cristo morto”, 1431-1506.
*****
«Chiunque non abbia mai visto morire un uomo, soffre di un grave caso di verginità».
John Osborne, da “Ricorda con rabbia”, 1956
*****
“‘A morte ‘o ssaje ched”e?… è una livella.”
Antonio De Curtis di Bisanzio, in arte Totò, da “‘A livella”, 1953/64
*****
“Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi,
mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese,
in cui però per venire riconosciuti in qualcosa, bisogna morire.”
Antonio De Curtis di Bisanzio, in arte Totò
*****
Antonio De Curtis di Bisanzio, in arte Totò
*****

“Se vi dovesse capitare di passare davanti alla mia tomba,  vedrete due date, con un trattino in mezzo. Bene, guardate attentamente quel trattino. È l’unica cosa che conta.”

Robin Williams

***** 

“Le lacrime più amare versate sulle tombe sono per le parole inespresse e per le azioni mai compiute.”
Harriet Beecher Stowe
*****
Foto di Guido Giannini, Napoli, 1950
*****
“Un vecchio con un braccio fasciato tossisce insistentemente”
“Stiamo vicino come in un mattatoio.
L’amore lo facciamo da qui dove
i sessi sono esposti sugli uncini.
Ogni massacro ha la sua pulizia.”
Stefano Raimondi, da “Per restare fedeli”, 2013
*****
“La morte è una trasparenza della follia.”
Abdelmajid Benjelloun, da “Qui tire sur les bretelles de ma respiration? Aforismi poetici”
*****
“Aveva sentito dire che la gente non muore quando deve, ma quando vuole.”
Gabriel Garcia Marquez, da “Il mare del tempo perduto”, in “La incredibile e triste storia della candida Eréndira e della sua nonna snaturata”, 1973
*****
Foto di Mick Lindberg
*****
“Scegliere la mia fine: morire di meraviglia.”
Maria Luisa Spaziani, da “Aforismi URLati”, 1998
*****
“Morire come il sole, dietro la nuvola o la casa.”
Lorenzo Morandotti, da “Crani e topi”, 2014
*****
Immagine in evidenza: Foto di Nicola Davison Reed

Lascia un commento