Pensieri

I serial killer dell’anima

18.01.2024
Il tema della violenza psicologica, e della manipolazione mentale che spesso la precede, costituisce un importante argomento di riflessione a causa della mancanza di dati certi riguardo al numero di vittime di questo tipo di reato.
La donna, vittima predestinata da tempo immemore, ha imparato nel corso della storia a riconoscere come sbagliata la violenza fisica, ma tende ancora ad accettare quella forma più subdola e sottile di abuso che il più delle volte avviene all’interno delle mura domestiche e che prende il nome, appunto, di «violenza psicologica»; questa consiste fondamentalmente nella sistematica denigrazione e umiliazione di una persona scelta come vittima da parte di un carnefice il quale, attraverso l’uso di azioni manipolatorie finalizzate a farle perdere fiducia in se stessa, la rende gradualmente svilita, smarrita e priva di punti di riferimento.
Si tratta di un omicidio dell’anima e della mente spesso premeditato che vede a oggi troppi esecutori impuniti e, considerate le gravissime conseguenze sia fisiche che psicologiche che determina, richiede la sensibilizzazione del maggior numero possibile di persone che contribuiscano a fare emergere il fenomeno, di modo che chi subisce sia in grado di riappropriarsi della propria dignità e integrità mentale e chi agisce venga neutralizzato.
Spesso il crimine non viene denunciato perché compiuto proprio dalle persone che più si amano e che si sentono, per tale ragione, autorizzate a continuare a delinquere nel silenzio di chi viene abusato.
Spesso si tace semplicemente per la paura di perdere il compagno o perché si teme che esponendosi troppo i figli, strumento di ricatto emotivo privilegiato da parte degli abusanti, possano venire sottratti dalle strutture sociali competenti. (…)
Io stessa, in passato, mi sono ritrovata a provare un grave disagio dato dalla frequentazione di una persona negativa, sgradevole, in qualche modo disturbata, e mi sono ritrovata invischiata con lei in un rapporto fusionale e simbiotico che si è trasformato, in seguito, in un pesante conflitto che non riuscivo a gestire e risolvere in alcun modo.
Avendo vissuto determinate esperienze, sono stata portata a confrontarmi con donne e uomini che ne vivevano di analoghe e con l’andare del tempo ho avvertito l’esigenza di approfondire il fenomeno analizzando accuratamente ogni aspetto delle dinamiche relazionali viziate nelle quali molte più persone di quante non si possa pensare tendono a cadere.
Ho scoperto, così, un mondo sommerso. Un mondo fatto di dominio, prevaricazione, aggressività, menzogna e falsità che inizialmente non ero riuscita a identificare, poiché tendevo a pensare che non esistessero persone veramente malvagie. Ho dovuto aprire gli occhi in ritardo e rendermi conto che quelli che sono i sogni che ognuno serba nel proprio cuore ben di rado corrispondono alla realtà.
Ho brancolato per molto tempo nel buio e nell’incertezza senza capire cosa stessi vivendo, per poi decidere di affrontare in maniera scientifica e razionale una problematica che ho scoperto non essere solo mia, e che mi ha trasmesso la forza e il coraggio di espormi direttamente per dare ad altre persone la possibilità di riconoscere e comprendere. Ho così intrapreso un progetto di sensibilizzazione e prevenzione che, attraverso la condivisione di esperienze, problematiche e stati d’animo, mi ha dato modo di crescere spiritualmente e professionalmente e che vede a oggi raccolti, in questa guida, i risultati della mia ricerca. Una ricerca condotta sulla pelle e sul campo, senza la quale non potrei essere oggi quello che sono diventata: una donna matura e consapevole.
Cinzia Mammoliti, da “I serial killer dell’anima”, 2012
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo

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