Le affermazioni (in contraddizione tra loro, ma spesso dotate di un’identica forza di persuasione) “Gli uomini sono fondamentalmente buoni, e per agire secondo la loro natura hanno bisogno soltanto di essere aiutati” e “Gli uomini sono fondamentalmente cattivi, e bisogna impedire che agiscano in base ai loro impulsi”, sono entrambe sbagliate. In realtà, gli uomini sono moralmente ambivalenti: l’ambivalenza è al cuore della “scena primaria” del confronto umano.
Zygmunt Bauman, da “Le sfide dell’etica”, 1996
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“Nel correggere la naturale ambivalenza dei sentimenti, la ragione li corrompe, mutilando così l’universo. Chi sopprime le segrete connivenze tra i propri amori e i propri odi diventa un fanatico che
incede tra schemi.”
Nicolás Gómez Dávila, da “In margine a un testo implicito”
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L’ambivalenza del sacro non è esclusivamente di carattere psicologico (nella misura in cui attira e respinge), ha anche un carattere assiologico: il sacro è, nello stesso tempo, “sacro” e “contaminato”.
Mircea Eliade, da “Trattato di storia delle religioni”, 1948
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“Fu soltanto molto tempo dopo che compresi che la distruzione stessa era una creazione, perché distruzione e creazione sono inseparabili – non si può dipingere un quadro senza distruggere una tela bianca e dei tubetti di colore – e tutto è impregnato di ambivalenza – “perché non c’è niente che vive se non qualcosa che muore, e niente muore se non qualcosa che vive”.
Margaret Little, da “Il vero Sé in azione”, 2009
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“Tutto è giusto, anche l’opposto. Solo che, comunque, non è mai corretto.”
Kurt Tucholsky, da “Frammenti”
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“Quanto breve è la distanza tra il sublime e l’inutile”
Alberto Savinio, da “Scatola sonora”
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“La retorica dei buoni sentimenti è una spessa coltre che stendiamo sull’ambivalenza della nostra anima, dove l’amore si incatena con l’odio, il piacere con il dolore, la benedizione con la maledizione, la luce del giorno con il buio della notte, perché nel profondo tutte le cose sono intrecciate in un’invisibile disarmonia. E scrutare l’abisso che queste cose sottende è compito ormai trascurato della nostra cultura che con troppa semplicità distingue il bene dal male, come se i due non si fossero mai incontrati e affratellati.”
Umberto Galimberti, da “I miti del nostro tempo”, 2009
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“Oggi, più o meno tutti sanno che nessun essere per natura è regolato in un sesso. L’ambivalenza sessuale, l’attività e la passività, per non dire la bisessualità e la transessualità, sono inscritte come differenze nel corpo di ogni soggetto, e non come termine assoluto legato a un determinato organo sessuale.”
Umberto Galimberti, da “I miti del nostro tempo”, 2009
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In evidenza: Fausto Pirandello, “Donne con salamandra”, 1928-1930