Sono tante le forme d’abbandono, ma la peggiore di tutte è quando qualcuno che amiamo – anche se resta – ci abbandona con i motivi, il sentimento, i pensieri, le attenzioni. Quando a qualcuno non importa più sapere ciò che provi, capire quello che senti.
C’è una frase, nel mio dialetto, è : “Te simbén!” ; non ha una traduzione perfetta in italiano ma si può rendere così: “Tanto, per quel che conti tu, per quel che può valere ( poco o nulla ) ciò che pensi….” ; ecco, lo svilire l’essere umano, il togliere il valore alla persona, questo – sì, questo – è il peggiore degli abbandoni.
Questo ferisce a morte le piccole anime di luce che, crescendo, dovranno faticare per togliersi quel “Te simbèn” dalla pelle del cuore.
Non ferite, non abbandonate, non svilite coloro che sono affidati alle vostre cure.
Vi posso garantire che non si ricorderanno più se è mancato loro qualcosa di materiale, se non hanno avuto in regalo gli stessi giocattoli degli altri, se non c’erano vestiti nuovi ogni anno ma di sicuro non dimenticheranno il peso delle parole, le espressioni, ogni cosa di immateriale che è stato rivolto loro.
Non si è mai troppo piccoli per comprendere che manca il rispetto.
Per avvertire che non è così che dovrebbe essere, per non sentire il freddo di questi abbandoni.
Se restate, proteggete. Se restate, restate anche con lo spirito.
E’ la miglior cosa che si possa fare per coloro che amiamo.