Linguaggi

Quando la poesia si ispira alla pittura: Linguaglossa e De Chirico

01.03.2024
La partenza degli Argonauti
«Ci sono degli uomini sulla spiaggia».
«Sì, ci sono degli uomini».
«Ma che ci fanno quegli uomini sulla spiaggia?
giocano a palla? giocano a tennis?»
«No, non giocano né a palla né a tennis».
«E allora, che ci fanno quegli uomini sulla spiaggia
accanto alla nave dalla snella chiglia?»
«Oh, non fanno nulla. Sono e non sono».
«E che ci fa quel tizio che li accompagna con la tunica bianca
mentre suona la lira?»
«Ma quel signore è il poeta Orfeo che suona la lira!».
«Canta anche il signor Orfeo mentre che suona?»
«Sì, il signor Orfeo canta anche».
«E che cosa dice il signor Orfeo nel suo canto?»
«Dice che gli uomini stanno partendo».
«Stanno partendo?»
«Sì».
«E per dove?»
«Chissà chi lo sa».
«E lui lo sa?»
«No, lui non lo sa, ma canta».
«Canta ciò che non sa?»
«Sì».
«Ma è un bugiardo il signor Orfeo
se non sa quel che dice… dovremmo mandarlo
in esilio il signor Orfeo, bandirlo per sempre
dalla città! non credi?»
«Oh no, non credo, il signor Orfeo ha soltanto un compito
che deve limitarsi ad eseguire. Tutto qui».
«E quegli uomini lo sanno che Orfeo è un mentitore?»
«No, gli uomini non lo sanno…
e non lo devono neanche sapere!»
«E adesso, è pronta la nave?»
«Sì, adesso è pronta».
Giorgio Linguaglossa, ispirato al quadro di Giorgio De Chirico, “La partenza degli Argonauti”, da “G. Linguaglossa, Dopo il Novecento – Monitoraggio della poesia italiana contemporanea”, 2013
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In evidenza: Giorgio De Chirico, “La partenza degli Argonauti” (o “Il saluto degli Argonauti”), 1920

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