Pensieri

Donne a pois viola

18.03.2024
Perché i pois viola?
Perché sono COLLETTIVI. Non esiste un solo pois. Se resta da solo diventa un punto, un cerchio. Soltanto insieme possono essere definiti pois.
Proprio come le storie delle donne. Nessuna resta sola e tutte trovano un senso quando le emozioni e le domande che contengono riecheggiano dentro di noi, dando un nome e un valore diverso alle nostre. Quando le leggiamo, quello che ci sembrava un nostro limite, una nostra fragilità, viene proiettato su un orizzonte collettivo e si trasforma in ciò che è davvero, ossia un diritto negato. Dove ci sono le donne c’è quasi sempre anche un NOI, fatto di complicità, di intesa, di sorellanza. Quel noi è prezioso ed è uno strumento di cambiamento.
Perché sono VISIBILI. Sono impossibili da negare. Non possiamo continuare a fare finta di niente, a ignorare il problema. E al tempo
stesso siamo costrette e guardarci in modo diverso, a ritrovare un dialogo con il viso nascosto sotto i pois.
Perché sono OGGETTIVI. Non dipendono da noi, non ce li stiamo immaginando, non stiamo esagerando. Non sono una nostra fragilità o una colpa, non ci “lamentiamo” per il gusto di farlo, non sono il risultato di emozioni confuse. C’è un problema, collettivo, visibile e oggettivo, che richiede risposte e soluzioni.
Chi sono le donne a pois?
Sono le donne che non ne possono più.
Sono le donne che a furia di spendersi per gli altri hanno finito per scomparire dalla propria vita.
Sono le donne che hanno bisogno di restare da sole per ritrovarsi.
Sono le donne che vengono sempre per ultime.
Sono le donne che aspettano che gli altri vadano a dormire per
dedicarsi a se stesse.
Sono le donne che quando dedicano tempo soltanto a se stesse sentono di averlo rubato a qualcun altro.
Sono le donne che misurano il proprio valore con il sacrificio.
Sono le donne che vivono della felicità altrui.
Sono le donne che sono diventate invisibili.
I pois viola non sono il segno che una donna è stanca, ma che è stanca in quanto donna. Quindi, per cominciare, che non si sente autorizzata a esserlo. Perché è più facile mettere in discussione se stessa, prima di pensare che forse la ragione è altrove.
A volte finiamo per ritrovarci ai bordi della nostra vita, perché ci
hanno insegnato che è giusto così e che se a noi non sembra giusto, allora quelle sbagliate siamo noi. Che quell’insofferenza,
quel bisogno di qualcosa di diverso, quell’inquietudine che ti si agita dentro è un tuo problema, è il motivo per cui sei lì ai bordi, non la dimostrazione che ci stai stretta.
Roberta Marasco, da “Donne a pois”, Rosapercaso
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Foto di Sonia Simbolo

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