“Se noi potessimo misurare la distanza che ci separa da quelli che noi crediamo i più vicini, avremmo paura. La buona armonia è fatta di pigrizia, di educazione, di bugie, d’una quantità di cose che ce ne dissimulano le barricate. Perfino un accordo tacito comporta un tale disaccordo nel dettaglio e nell’itinerario, che ci sarebbe di che perdersi e non raggiungersi mai. Se noi incontriamo una mente che stimiamo mossa da un meccanismo analogo al nostro, e che ci stupisce per la sua rapidità a percorrere le zone che ci occupano, noi veniamo a sapere in seguito che si specializza, ad esempio, nella musica, e là prova il miraggio che sembrava avvicinarla a noi. Il sentimento l’ha trascinata lontano dall’intelligenza. Questa non esercita più il controllo. […]
Più grave è l’armonia apparente, su tutta la linea. È quella che ci permette di vivere e che l’arte sfrutta al fine di convincerci a servirla. Un’opera è a tal punto l’espressione della nostra solitudine che ci si domanda quale strana necessità di contatti spinga un artista a metterla in piena luce.”
Jean Cocteau, da “La difficoltà di essere”, 2005
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo