Pensieri

Intelligenza emotiva

27.03.2024
“Una buona padronanza di sé – ossia la capacità di resistere alle tempeste emotive causate dalla sorte avversa, senza essere “schiavi delle passioni” – è una virtù elogiata fin dai tempi di Platone. L’antica parola greca che indicava questa qualità era “sophrosyne”, ossia, secondo la traduzione del grecista Page Du Bois, “cura e intelligenza nel condurre la propria vita; misura, equilibrio e saggezza”. I Romani e i primi cristiani la chiamarono “temperantia” – temperanza – in altre parole, la identificavano con la capacità di frenare gli eccessi emozionali. In effetti, l’obiettivo della temperanza è l’equilibrio, non la soppressione delle emozioni: ogni sentimento ha il suo valore e il suo significato. Una vita senza passioni sarebbe come una landa desolata abitata solo dall’indifferenza – tagliata fuori, isolata e separata dalla ricchezza della vita stessa. Tuttavia, come ha osservato Aristotele, è importante che le emozioni siano appropriate, in altre parole che il sentimento sia proporzionato alla circostanza.
(…) In verità, il saper controllare le proprie emozioni penose è la chiave del benessere psicologico. (…)
L’arte di tranquillizzare e confortare se stessi è una capacità fondamentale nella vita; (…) i bambini emozionalmente sani imparano a confortarsi da soli imitando le persone che si prendono normalmente cura di loro e diventando così meno vulnerabili alle tempeste scatenate dal cervello emozionale.”
Daniel Goleman, “Intelligenza emotiva”, 1995
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo

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