La notte che seppe la notizia della fidanzata incinta non di lui, riuscì pure a dormire. Scrive Matteo che sognò un angelo e lo ascoltò parlare: “Non avere paura di sposare Maria, la tua promessa”. Non avere paura: gli uomini sono sensibili a questa raccomandazione. Fu così che divenne eroico.
Di fronte alla comunità di Nazaret difese la sua donna, accettò di sposarla gravida di un annuncio, un angelo venuto a lei con il vento di marzo.
C’è una legge nelle scritture sacre, detta “delle gelosie”, per un marito che dubita della fedeltà di sua moglie. Giuseppe rifiutò di ricorrervi. Gli bastò la parola di Maria e il sogno di conferma. Fu eroico ad accollarsi il biasimo sicuro della gente di Nazaret. Lo scandalo era sotto il sole. Maria aveva ricevuto la visita in pieno giorno e dentro la città. Non aveva gridato, chiesto aiuto di fronte all’apparizione. Non era svenuta. Aveva accolto. Giuseppe fu solo. Non era neanche di Nazaret, veniva da sud, da Betlemme, dal territorio di Giuda.
Sposò e non toccò Maria per la durata della gravidanza. Fu eroico anche nella premura di un’astinenza. In inverno, con lei incinta dell’ultimo mese, affrontò il viaggio verso la Giudea per obbedire al censimento voluto dai romani, dal loro esercito di occupazione. Un cammino di giorni e di notti in ricoveri di fortuna, poi la striminzita stalla di Betlemme fu tutto il capolinea da offrire alla rottura delle acque di Maria.
Di quel figlio non suo, fu padre in pieno. Lo iscrisse nella sua discendenza, che passava attraverso l’antenato Davide, primo re d’Israele in Gerusalemme. Gli insegnò il mestiere, ne fece un falegname. Ma quel figlio doveva staccarsi da lui, dal luogo e dal lavoro ereditato. Giuseppe non lo trattenne. Di certo non c’era alla festa di Cana quando Maria chiese al figlio di provvedere al vino. Di certo non c’era quando il figlio uscì allo scoperto con quel primo prodigio. Seppe uscire di storia quando quel giovane uomo uscì dalla sua casa.
Giuseppe ha diritto di prestare nome alla festa dei padri. Lui è stato il vice in terra, incarico assunto senza nessun mandato, per amore di sua moglie e del figlio spuntato in mezzo a loro.
Raffigurato anziano, è per me giovane, innamorato e valoroso.
Santo è un attributo che aggiunge poco alla sua integrità
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Nell’immagine: Georges de La Tour, “Sogno di San Giuseppe”