“Mi piacerebbe che l’Occidente fosse completamente intriso di Oriente. Penso che l’Occidente abbia bisogno dello spirito orientale. L’Oriente fluttua ancora in modi e mondi diversi: dal fondamentalismo estremista al misticismo… la società orientale accetta il fatto che l’esistenza si basi su fatti e valori spirituali. In Occidente questo non esiste più. La miseria e l’infelicità occidentale, che si svelano appena sotto la patina di una apparente prosperità, sono visibili ovunque. È la profonda infelicità in cui vive ogni occidentale. Gli occidentali sanno che ciò che possiedono non è importante, è nulla se è privo di un fondamento spirituale. Sono tagliati fuori. Non trovano più la felicità nell’uomo. Non accettano la loro religione perché è dogmatica e paralizzante; non accettano altre religioni perché costano fatica. Tendono, forse, a una nuova realtà spirituale, non ancora scoperta. Dunque, è tutta una ricerca, una ricerca, una incessante ricerca”.
“Credo che la società occidentale sia fondamentalmente materialista, mentre quella orientale non lo sia. Anche se con micidiale rapidità sta adottando la scienza, la tecnologia e via dicendo, l’Oriente non abbandona il suo fondamento spirituale. Forse riuscirà a far convivere religione e scienza. Perché no? Perché la scienza dovrebbe rimuovere il senso della nostra esistenza spirituale? È tutta una questione di reinventare il concetto di Dio, perché l’antica nozione del Dio cristiano è stata screditata dalla scienza. Credono che Dio, così, sia sparito… e che tutto, con lui, è scomparso”.
“Qual è la verità? Che tutto sulla terra vive nella tragedia: tutti gli animali, gli uccelli e i pesci vivono una vita spaventosa perché da ogni parte sono assediati dall’uomo che li uccide, li combatte, li schiavizza, li divora… anche tra di loro si uccidono a vicenda, si divorano, per sopravvivere. Ciò non toglie che tutto sia parte di una Idea Creativa. Alla fine dei tempi, il Figlio di Dio, dopo aver ascoltato cosa è accaduto agli animali, scenderà sulla terra per unirsi agli uomini che lo uccideranno e ne faranno pasto”.
Ted Hughes, da un dialogo pubblico con Amzed Hossein, tenuto il 18 novembre del 1989 a Dacca, in Bangladesh, nel contesto dell’Asia Poetry Festival
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo