Epistolario

Napoli e la guerra

21.04.2024
Quella che segue è una lettera che risale al 1943 e che rappresenta una preziosa testimonianza dei problemi creati dalla guerra.
La lettera (trascritta nella sua forma originaria, senza alcuna correzione e/o modifica) è stata trovata in una casa napoletana appartenuta a Eduardo Napoli (ingegnere del Genio civile).
Chi scrive è un certo Vincenzo Leonetti, che si rivolge ad un non meglio identificato Cavaliere.
“Gentilissimo Cavaliere
Non abbasta a ringraziarvi del pensiero avuto verso di noi ringraziando Iddio la mia famiglia è tutta salva inseguito alle sofferenze che abbiamo ricevuto da quei vigliacchi dei tedeschi ma sarebbe troppo alla lunga di potervi raccontare tutto quello che è accaduto che poi al momento opportuno ne parleremo da vicino.
Gentilissimo Cavaliere arriguardo alla vostra abitazione è tutto a posto solo che lospostamento d’aria avvenuto per il crollo degli edificio dei telefoni a ingagliato la porta d’entrata vostra che non mi è riuscito di aprirla per vedere alinterno ma speriamo che quando vi fate una capatina a Napoli cerchiamo di mettere tutto a posto, come pure vi fo sapere che fino a questo momento non o visto più il Sig. Tufano.
Gentilissimo Cavaliere con sommo dispiacere vi devo comunicare che il palazzo di vostro cognato quei vigliacchi lo anno fatto saltare, applicandoci le bombe orologio perché è scoppiata quasi due tre giorni dopo dell’andata dei tedeschi, ma di tutto ciò state senza pensiero di vostro cognato perché mi sono portato a via morgantino di domandare dell’ingegniere Napoli e mi anno detto che si trovava a Sorrento ma però fino a questo momento non se visto nessuno solo la casa sua è stata danneggiata e saccheggiata, questo è quello che o potuto sapere dal portiere compreso altri inquilini del palazzo, ma speriamo che al più presto possibile vi farete voi una capatina a Napoli e di vedere le cose come stanno.
Gentilissimo Cavaliere noi a Napoli ce la stiamo passando molto male coi viveri e già stiamo senza pane da 10 giorni, come pure senza acqua e senza luce, e senza gas e chi sa quando sarà il giorno di poterci sistemare le nostre case non vi dico il prezzo dei viveri fino a pochi giorni fa le patate andavano a 12 e 13 lire al chilo, come pane pasta e olio e condimento non cè nemmeno il principio di vederlo figuratevi che noi si mangia quasi tutti i giorni patate scaldate e mele. Gentilissimo Cavaliere non vi informo di queste cose per qualche cosa, è per tenervi informato come stanno le cose è per farvi regolare a voi per il vostro ritorno, come pure vi fo sapere che qualche famiglia a incominciato a rientrare per la paura che gli Americani dove trovano case chiuse si impossessano per la ragione che quei vigliacchi anno ingendiato tutti i migliori alberghi e tutti i migliori edificio compreso l’università che fa pietà, e non vi dico la povera e bella nostra Napoli che cosa è diventata comprese tante e tante altre cose che non saprei spicificare ve lo giuro sulle ossa di mia figlia che scrivendovi mi viene da piangere per queste barbarità ricevute da quei vigliacchi dei Tedeschi non altro lo smetto di scrivervi perché sono stato preso da una forte nostalgia non mi resta altro di ossequiarvi unito a tutta la mia famiglia e mia moglie unito a mia figlia manda tanti ossequii alla vostra Sig. unito ai vostri figli mi scuserete degli errori e della mala scrittura mi firmo vostro devotissimo servo”
Leonetti Vincenzo
Napoli 8/10/43
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Fonte: Il Sud online

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