“Chiamami quando ti va, quando ne hai voglia, ma non come chi si sente obbligato a farlo, questo non sarebbe bene né per te né per me, a volte mi metto ad immaginare quanto sarebbe meraviglioso se mi telefonassi solo perché sì, semplicemente come uno che ha avuto sete ed è andato a bere un bicchiere d’acqua, ma so già che sarebbe chiederti troppo, con me non dovrai fingere mai una sete che non senti.
Sei tu, rispose, Sono io, mi è venuta sete, vengo a chiederti un bicchiere d’acqua.”
Jose Saramago, da “L’uomo duplicato”, 2002
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“Come sarebbe stata diversa la storia di Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono!”
Isabel Allende, da “Il mio paese inventato”, 2003
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Roy Lichtenstein, “Oh, Jeff…I Love You, Too…But…”, 1964
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“Dal telefono passa solamente l’insignificante o il tragico, la chiacchierata indefinita o la morte improvvisa. Tra i due, nulla.”
Christian Bobin, da “L’inespérée”, 1994
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“Il telefono esige una partecipazione completa della persona. Per capire occorre afferrare suoni debolissimi, le sfumature della voce, del tono. Solo cosi possiamo intuire lo stato d’animo dell’interlocutore, capire le sue intenzioni. Al telefono dobbiamo sviluppare in noi un po’ le virtù dei ciechi, che colgono la realtà senza vedere con gli occhi.”
Francesco Alberoni, da “L’ottimismo”, 1994
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“Telefono. Infernale invenzione che elimina parte dei vantaggi inerenti alla saggia abitudine di tenere a distanza le persone sgradevoli.”
Ambrose Bierce, da “Dizionario del diavolo”, 1911
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“Ecco forse ora mi chiama, certo la telepatia, lo sa che per me sarebbe importante… mah si una telefonata, sono io, lo aspetto, lo guardo, lo fisso il telefono.. niente! sono qui da 2 ore e lui zitto. Maledizione hanno imparato anche gli oggetti: quando li vuoi (niente) appena sei al cesso: driiin.. si ma non posso mica passare la giornata al cesso.”
Giorgio Gaber, da “Il grigio”, 1988
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“Non c’è suono più irritante di quello di un telefono che non squilla.”
Rupert Holmes, da “Swing”, 2005
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“Dove si posavano le rondini prima dell’invenzione del telefono?”
Grégoire Lacroix, da “Les Euphorismes de Grégoire”, 2006
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Richard Lindner, “Telefono”, 1966
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“I bambini guardano i genitori,
i genitori guardano i cellulari,
i cellulari non guardano nessuno,
nessuno guarda i bambini.”
Fabrizio Caramagna
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“Per strada è pieno di telefoni che portano in giro persone. E nessuno guarda più il cielo, nessuno guarda più il mondo. Io, se devo farmi portare da qualcuno, vorrei che fosse un soffione o una nuvola.”
Fabrizio Caramagna
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“Ci facciamo esplodere il telefono di notifiche
e la vita reale di assenze.”
Fabrizio Caramagna
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“Le lunghe code per il nuovo iphone.
Migliaia di anni dopo continuiamo a vendere le nostre anime al diavolo in cambio di una mela.”
Fabrizio Caramagna
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Keith Haring, anni ’80
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“Tra il viaggiatore e il telefono esiste uno stretto rapporto. Il telefono è il cordone ombelicale con la casa, l’ufficio, la mamma, la moglie, i figli, il cane. Gli italiani si avventurano nel mondo, ma vogliono conservare un collegamento con ciò che si lasciano dietro.”
Beppe Severgnini, da “Manuale del perfetto turista”, 2009
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“Appendere la cornetta è come appendere un essere umano alla forca. Si resta lì ammutoliti come idioti, con la lingua penzoloni.”
Isaac Bashevis Singer, da “Ombre sull’Hudson”, 2000
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“Nell’elenco del telefono siamo tutti esseri microscopici.”
Ramón Gómez de la Serna, da “Greguerías”, 1917/60
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Tamara De Lempicka, “Il telefono”, 1930
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“Supponiamo una stanza, tu mi aspetti già da un po’. Il telefono squilla, dico forse non verrò. Sapresti tacere il dolore e non portarmi rancore, supponendo che soffri perché amore non ti do”.
Rino Gaetano, da “Supponiamo un amore”, 1974
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“Al telefono è sempre un segreto, quante cose in un filo di fiato, e vorrei domandarti chi è, ma lo so che hai vergogna di me”.
Adriano Celentano, da “Il tempo se ne va”, 1980
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“Spengo il telefono e il mio cuore cosicché se mi richiami non puoi parlarmi. Non ho capito se è piacere o dà dolore il fatto che non puoi trovarmi. Ma poi l’accendo e lo rispengo fino a farlo morire”.
Lucio Dalla, da “Spengo il telefono… e ti cancello”, 2007
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Immagine in evidenza: Françoise Gilot, “La telefonata”, 1952