Linguaggi

La poesia della saggezza

26.05.2024
“Saggio è colui che fa saggio il volto degli altri.”
Ernesto Cardenal Martinez, da “Quetzalcoatl. Il Serpente piumato”
 
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Saggezza
“La nostra saggezza è quella dei fiumi.
Non ne abbiamo un’altra.
Persistere. Andare con i fiumi,
onda su onda.
I pesci incroceranno i nostri visi vuoti.
Intatti passeremo sotto la corrente
creata da noi e la nostra disperazione.
Passeremo limpidi.
E ci muoveremo
fiume dentro fiume,
corpo dentro corpo
come antichi velieri.”
Carlos Nejar – Traduzione di Vera Lúcia de Oliveira
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Foto di Andrzej Berlowski
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Devi saperti immergere, devi imparare

 

“Devi saperti immergere, devi imparare,
un giorno è gioia e un altro giorno obbrobrio,
non desistere, non puoi andartene
quando è mancata all’ora la sua luce.

Durare, aspettare, giù in fondo,
ora sommerso, ora ammutolito,
strana legge, non sono faville,
non soltanto – guardati attorno:

la natura vuole fare le sue ciliegie
anche con pochi semi in aprile
conserva le sue opere di frutta
tacitamente fino agli anni buoni.

Nessuno sa dove si nutrono le gemme,
nessuno sa mai se davvero la corolla fiorirà –
durare, aspettare, concedersi,
oscurarsi, invecchiare, aprèslude.”

 

Gottfried Benn,  da “Aprèslude”, 1966, Traduzione di  F. Masini

 

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Quanto più puoi

 

“Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell’assiduo contatto della gente,
nell’assiduo gestire e nelle ciance.

Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro, e con l’esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che diventi una straniera uggiosa.”

 

Kostantinos Kavafis, “Quanto più puoi”, da “53 poesie”, 1996 – Traduzione di Filippo Maria Pontani

 

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Quanto spreco di eroismo

 

“Quanto spreco di eroismo!
Quanto spreco di sangue!
Sopportare la mortalità, e da soli!
Quanto sacrificio, e perché?
Se sapessimo che siamo uniti, non soli,
attaccati come i fiammiferi,
come gli opliti della falange
allacciati tra di loro
come i fili del tappeto tibetano,
attaccati come gli amanti
che non si possono sciogliere.
Quanto spreco di sangue!
Quanto inutile eroismo!
Se sapessimo che siamo come l’idrogeno e l’ossigeno
– provati a scioglierli, se ci riesci!
Se sapessimo che siamo come tutti gli elementi
generati da un’unica stella,
se sapessimo che tutte le stelle
erano prima in un punto
tutte strette assiepate, fitte fitte
fino a contenersi tutte
nello spazio di un minuscolo punto!
Quanto spreco di sangue!
Quanto inutile eroismo!”

 

Claudio Damiani

 

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Ciò che ogni albero sa

 

“Impara, cuore, ciò che ogni albero sa:
Disporre la radice, infliggerla con giusto orientamento
Nel buio sparso; non dentro il sasso, bensì
Attorno al sasso; non dentro l’argilla
Bensì verso l’acqua non lontana;
Non nella ripulsa, ma nell’amore pronto
A rendere alla pressione di radice angusta ascesa
Fu per l’asse anulare, dritto, fino alla forcella,
E oltre, per l’erta obliqua delle fronde ripetente
L’ordine della sete sottostante nella luce, nel vento,
In simmetria, nell’equilibrio che accoppia
Nadir e zenit; e infine sino al frutto
Che vorrebbe arrotondare col suo peso
Movimento in misura appassionata. Così non agendo
Vantaggio del suo danno, rachitica sarà la chioma
Gibboso lo sforzo di rizzarsi, brutta la corteccia,
Partito il frutto e rado. Ogni albero lo sa.
Non imparare, cuore, dal folle albero di olivo
Che ricorda gli dei ellenici, innamorato della pietra
E del serpe che custodisce alla radice.

 

Ivan V. Lalić (autore serbo), “Ciò che ogni albero sa” – Traduzione di Eros Sequi

 

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René Magritte, “La ricerca dell’assoluto”, 1940

 

 

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Da me la sola passione

 

“Da me la sola passione
puoi imparare.
Dal mondo impara
tutto l’arco del sole
e lo splendore,
la grandezza dei gesti
in che consiste crescere,
impara dalle madri
il silenzio provvido
gentile,
dalle tombe la morte,
e dal morire d’ogni giorno
l’esame impara a svolgere.
Medita quando l’ombra
ti cade d’ogni sera
sulla fronte:
è passato, mio amore,
un altro giorno.”

 

Giovanni Testori, da “Per Sempre”, 1970

 

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Immagine in evidenza: Benedetto Luti, “Allegoria della saggezza”, XVII secolo

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