Pensieri

Il cerchio magico

27.05.2024
“Scrivendo certe cose, evocando certe immagini, certi simboli, invochi automaticamente le energie che ad essi sono legati. Bisogna stare attenti, essere selettivi, sapere che si sta giocando con il fuoco e che invocare certe energie può preludere a problemi ingestibili. Credo che in quasi tutte le culture l’icona dei grandi animali predatori abbia rappresentato l’energia che l’uomo non può contenere. È come se, scrivendo una poesia, costruissi un simbolo in grado di controllare questa energia. Evoco uno spirito e un cerchio magico che lo controlla”.
Vivere per la morte
“Ogni elemento vivente è indifferente agli altri. Forse è consapevole, perfino profondamente, degli altri, ma deve restare impassibile, indifferente, perché deve predare le altre creature, divorarle, per continuare a vivere. Il regno animale, gli uccelli, i pesci, gli insetti, non conosce la morte. Forse la apprende nell’istante in cui inizia a morire, e si educa all’intero processo, ma è soltanto l’uomo l’essere che conosce la morte, che la sa in anticipo, che vive per la morte”.
Fiori e insetti
“Fin da bambino ho vissuto in campagna: il mio unico interesse era occuparmi di pesci e uccelli. Poi sono passato ad altre cose e ho usato il mondo naturale in cui sono cresciuto come una metafora. Ma negli anni Settanta, a più di quarant’anni, ho percepito che mi mancava qualcosa, che mi mancava tutto. Così, sono tornato a scrivere poesie più semplici, per recuperare gli antichi anni della mia infanzia. In quel periodo, ho imparato a coltivare i campi. Volevo realizzare un libro sui fiumi con un amico fotografo, e poi uno sui fiori e gli insetti. Si tratta di testi marginali, magari, ma per me erano e sono necessari”.
Ted Hughes, da un dialogo pubblico con Amzed Hossein, tenuto il 18 novembre del 1989 a Dacca, in Bangladesh, nel contesto dell’Asia Poetry Festival
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In evidenza: Foto di Axel Hildebrandt

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