Il Waka è una forma di poesia breve, composta da 31 sillabe divise in 5-7-5-7-7.
Nata probabilmente intorno al VII secolo e fortemente influenzata, in origine, dalla cultura cinese, il waka avrebbe sostituito il precedente schema del Choka (la poesia lunga) per poi andare ad identificarsi con il tanka.
In realtà tra waka e tanka esistono alcune differenze di fondo:
il waka nacque in un ambiente aristocratico ed essendo, in origine, destinato al canto, conteneva anche degli elementi musicali. Formulato e poi scritto con tecniche elaborate, il waka aveva come tema privilegiato l’amore, anche se i sentimenti venivano espressi in modo indiretto.
Il tanka, che si sviluppò in seguito (soprattutto durante e dopo il periodo Meiji, ossia tra il 1868 ed il 1912), non più esclusivamente tra l’aristocrazia ma anche tra la gente comune, non dette più eccessiva importanza alla tecnica e cominciò a concedere ampio spazio a temi riguardanti la vita di tutti i giorni.
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Dipinto di Kazuko Shiihashi
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“Aspetto di sentire il suono
dei tuoi passi, insonne:
finché la luna scivola
ai confini del cielo
lasciando un’orma.”
Akazome Emon (956 ca. – 1041), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”
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“Amo ammirare le barche
che tornano nella baia:
l’equipaggio arma i remi
e avvolge le corde – amo
chi si impegna nel mondo.”
Minamoto no Sanetomo (1192-1219), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”
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Kawase Hasui, “Pioggia di maggio”
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“Dimoro nella solitudine
alieno agli uomini: per questo
dobbiamo sodalizzare
caro ciliegio di montagna – non ho altro amico che te.”
Gyōson (1055-1135), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”
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Takahashi Yuichi, “Fiori di ciliegio vicino al fiume Sumida”
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“Odio la luna fredda e ostile
che scintilla al mattino;
nulla è più triste che restare
soli mentre l’alba proclama
la giovinezza del giorno.”
Mibu no Tadamine (889-948), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”
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Uemura Shōkō, “Moon by Kyōto”, 1989
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“Non posso nascondere
l’orrore per la vecchiaia:
un giorno il filo si spezzerà
sparse le perle sul pavimento –
il tempo non si contrasta.”
Principessa Shikishi (1149-1201), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”
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Dipinto di Haruyo Morita
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“Brevi come le canne di bambù
che sorgono in riva al mare
tra i ciottoli della spiaggia di Naniwa
spero possano essere i giorni
che scegli di stare lontano da me.”
Ise (875 ca. – 938 ca.), dall’”Hayakunin Isshu”, “Cento poesie di cento poeti”