Fosforescenze

Gli aforismi… dello chef

31.05.2024

“Edamus, bibamus, gaudeamus: post mortem nulla voluptas.”

(Mangiamo, beviamo, godiamo: dopo la morte non vi è più diletto alcuno.)

Assurbanipal, Epitaffio, VII sec. a. C

*****

“Voi cittadini mi chiamaste Ciacco:
per la dannosa colpa de la gola,
come tu vedi, a la pioggia mi fiacco.
E io anima trista non son sola,
ché tutte queste a simil pena stanno
per simil colpa». E più non fé parola.”

Dante, “Divina Commedia”, “Inferno”, VI, vv.  52-57

*****

“Mangia poco a pranzo e meno ancora a cena, che la salute di tutto il corpo si costruisce nel laboratorio dello stomaco.”
Miguel de Cervantes, da “Don Chisciotte della Mancia”
*****
Giuseppe Arcimboldo, “L’ortolano” (o “Il giardiniere”), 1587-1590 
*****

“Amo Leopardi, nonostante il suo consumo indecente di caffè e di zucchero, mentre il suo eccesso nel consumo di caffè e di zucchero aumenta il mio odio per Marat. Nel primo caso, pessimi sostegni di un essere sublime; nel secondo, dosi di esplosivo per eccitare meglio un tipo rancoroso e malvagio, un demagogo tragico.”

Guido Ceronetti, da “Il silenzio del corpo”, 1979

*****

“Il cuoco. Con una mano calcola e conta gli ingredienti in modo preciso. Con l’altra gli aggiunge il soffio dell’imprevedibile.”

Fabrizio Caramagna

*****

“Lo sai perché mi piace cucinare?”
“No, perché?”
“Perché dopo una giornata in cui niente è sicuro, e quando dico niente voglio dire n-i-e-n-t-e, una torna a casa e sa con certezza che aggiungendo al cioccolato rossi d’uovo, zucchero e latte l’impasto si addensa: è un tale conforto!”

Julia Child, cuoca e scrittrice americana

*****Giovan battista cartei, “Autunno”, 1630-50 circa 

 

 

 

*****

Sono le cose più semplici a darmi delle idee. Un piatto in cui un contadino mangia la sua minestra, l’amo molto più dei piatti ridicolmente preziosi dei ricchi.”

Juan Mirò

*****

La golosità ha sull’amore mille vantaggi. Ma il più importante è che, mentre bisogna essere in due per abbandonarsi all’amore, si può praticare la golosità da soli, anche se l’abate Morellet ha detto: “Per mangiare un tacchino al tartufo bisogna essere in due: il tacchino e se stessi”.

Guy de Maupassant

*****

“Le cose più belle della vita o sono immorali, o sono illegali, oppure fanno ingrassare.”

George Bernard Shaw

*****

Hai mai preso una posizione seria nella vita?”
“Sì, da piccolo rifiutai degli spinaci”

Woody Allen

*****

Bartolomé Esteban Murillo, “I Bambini che mangiano un dolce”, 1670-1675 circa 

 

 

*****

“L’alta cucina non è una cosa per pavidi: bisogna avere immaginazione, essere temerari, tentare anche l’impossibile e non permettere a nessuno di porvi dei limiti solo perché siete quello che siete, il vostro unico limite sia il vostro cuore.”

Auguste Gusteau,  dal film “Ratatouille”, scritto e diretto da Brad Bird e Jan Pinkava nel 2007 

*****

− Quando ero piccolo avevo un tacchino e gli avevo dato un nome e… non riesci a mangiare uno che chiami per nome.
− Magari me lo avessero detto qualche anno fa, avrei dato un nome al gelato.

Albert Brooks e Meryl Streep, dal film “Prossima fermata: Paradiso”, scritto, diretto e interpretato da Albert Brooks nel 1991

*****

«Non mangiare niente che tu non abbia seminato e raccolto con le tue mani» – questa raccomandazione della saggezza vedica è così legittima, così persuasiva, che dalla rabbia di non potervisi conformare ci si lascerebbe morire di fame.
Emil Cioran, da “Il funesto demiurgo”, 1969
*****
Pieter Aertsen, “Scena di mercato”, 1569
*****
Odio quelle che mangiano l’insalata. Quelle che se ne stanno in silenzio, sapete, quel tipo di donna che portate a cena e le dite: “cosa vuoi mangiare, tesoro?” “Solo dell’insalata, grazie”. E sentite il suo stomaco che fa “uaggr, oggr, oggr”. “Non so perché il mio stomaco fa questo rumore”. Perché hai fame, stupida!
Eddie Murphy, da “Nudo e crudo”, 1987
*****
“Non mangiate niente che la vostra bisnonna non riconoscerebbe come cibo.”
Michael Pollan, da “Breviario di resistenza alimentare”, 2009
*****
Jan Vermeer, “La lattaia”,  1658-1660  circa
*****

“Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo!”

Alberto Sordi, dal film “Un americano a Roma”, diretto da Steno nel 1954 (e dal quale è tratta l’immagine in evidenza)

*****

 

Lascia un commento