“Lo sai, io amo l’ombra come amo la luce.
Perché esistano la bellezza del volto, la chiarezza del discorso, la bontà e fermezza del carattere, l’ombra è necessaria quanto la luce.
Esse non sono avversarie: anzi si tengono amorevolmente per mano, e quando la luce scompare l’ombra le scivola dentro.”
Foto di Noell Oszvald
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“Il viandante:
Ah, voi ombre siete “uomini migliori” di noi, me ne accorgo.
L’ombra:
Eppure ci avete chiamato “importune” – noi, che almeno una cosa sappiamo fare – tacere e attendere. È vero, ci si trova molto, molto spesso al seguito dell’uomo, ma mai come sue schiave. Quando l’uomo fugge la luce, noi fuggiamo l’uomo: a tanto arriva la nostra libertà.
Il viandante:
Ahimè, tanto più spesso è la luce a fuggir l’uomo e allora anche voi lo abbandonate.
L’ombra:
Ti ho abbandonato spesso con dolore: a me, avida di sapere, tante cose dell’uomo sono rimaste oscure, perché non posso esser sempre presente intorno a lui. Pur di possedere una totale conoscenza dell’uomo, sarei volentieri la tua schiava.
Il viandante:
Lo sai tu, lo so io, se tu da schiava non diventeresti improvvisamente padrona? Oppure se tu rimarresti schiava disprezzando il tuo padrone, condurresti una vita di umiliazione, di disgusto? Accontentiamoci ambedue della libertà, così come è rimasta a te e a me! Giacché la vista di un essere non libero amareggerebbe le mie gioie più grandi; le migliori cose mi ripugnerebbero, se qualcuno dovesse dividerle con me – non voglio sapere di schiavi intorno a me.”
Friedrich Nietzsche, da “Il viandante e la sua ombra”, 1879
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In evidenza: Foto di Sonia Simbolo