Fosforescenze

Prigionieri di un brandello di spazio

24.07.2024
“Non è azzardato immaginare, se diamo un po’ di corda a Nietzsche e Kafka, che il primo la farà penzolare sull’abisso e il secondo la sistemerà rasoterra. Il filosofo propone il precipizio, lo scrittore lo sgambetto.”
Mario Postizzi, da “Hommelettes”, 2007
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“Il funambolismo è un’arte solitaria, è un modo di affrontare la propria vita, nell’angolo più oscuro e segreto di sé stessi.”
Paul Auster, da “L’arte della fame”, 1982
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“Quando vediamo un uomo camminare sul filo, una parte di noi l’accompagna lassù.”
Paul Auster, da “L’arte della fame”, 1982
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“Le parole, il lavoro, i progetti, il successo, i progetti, il successo, i viaggi… niente basta a stare in equilibrio, né serve andare in fretta. I bravi funamboli non poggiano il piede di colpo, ma prima la punta, poi la pianta e infine il tallone. Con la lentezza scoprono ciò che appartiene a loro. Solo così il passo diventa leggero e la camminata danza.”
Alessandro d’Avenia, da “Cose che nessuno sa”, 2011
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Henri de Toulouse-Lautrec, “Trapezisti”
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“Ci sono due specie di persone. Ci sono quelli che vivono, giocano e muoiono. E ci sono quelli che si tengono in equilibrio sul crinale della vita. Ci sono gli attori. E ci sono i funamboli.”
Maxence Fermine, da “Neve”, 1999
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“Per i clowns e i funamboli il métier è il loro dovere: sono gli unici attori il cui talento sia indiscusso e assoluto, come quello dei matematici o ancor più comme le saut périlleux. [2] Perché in ciò non è possibile nessuna falsa parvenza di talento: o si cade o non si cade.”
Friedrich Nietzsche, da “Frammenti postumi”, 1869/1871
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Philippe Petit
 
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“Il vuoto atterrisce. Prigionieri di un brandello di spazio, combatterete allo stremo delle forze misteriosi elementi: l’assenza di materia, l’odore dell’equilibrio, la vertigine dai lati molteplici e il cupo desiderio di ritornare a terra… Il Filo che appartiene ai Maestri del mondo, sul quale riposa la terra, il filo che collega senza tregua il finito all’infinito, linea retta del percorso più breve tra gli astri… Sprofondare per raggiungere il luogo dove nulla respira, l’oscurità che vi si cela. Per seguire e raggiungere dall’altra parte della luce una chiarezza abbagliante, uno splendore bruciante… Per ore, per frammenti di giorni, la speranza di un arresto del tempo che nessuno saprebbe notare”.
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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“Bisogna battersi contro gli elementi per apprendere che tenersi su un filo è poca cosa, ma restare dritti e ostinati nella nostra follia di vincere i segreti d’una linea è per noi funamboli la forza più preziosa.”
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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“Chi è fiero della propria paura osa tendere cavi sui precipizi; si lancia all’assalto dei campanili; allontana e unisce le montagne. Ecco il viaggio da fare: alzati quando il filo si mischia alla carta del cielo.”
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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Philippe Petit
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“Il filo non è ciò che si immagina. Non è l’universo della leggerezza, dello spazio, del sorriso. È un mestiere. Sobrio, rude, scoraggiante.”
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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“La caduta sul cavo, l’incidente lassù, l’esercizio mancato, il passo falso; tutto ciò deriva da una perdita di concentrazione, da un piede male appoggiato, da una fiducia esagerata in se stessi.
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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“Profondamente funambolo sarà colui che lascerà il suo piedistallo per scoprire cavi tesi ancor più in alto, passo dopo passo, per raggiungere il Filo dell’Immobilità. Il Filo che appartiene ai Maestri del Mondo, sul quale riposa la terra, il filo che collega senza tregua il finito all’infinito, linea retta del percorso più breve fra gli astri.”
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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Un’inquadratura del film “The walk”, di Robert Zemeckis, 2015
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“L’unica forza per stare in equilibrio sul filo della vita è il peso dell’amore. Le parole, il lavoro, i progetti, il successo, i viaggi… niente basta a stare in equilibrio, né serve andare in fretta. I bravi funamboli non poggiano il piede di colpo, ma prima la punta, poi la pianta e infine il tallone. Con la lentezza scoprono ciò che appartiene a loro. Solo così il passo diventa leggero e la camminata danza.“
Philippe Petit, da “Trattato di funambolismo”, 1985
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“Siamo funamboli sospesi sulla fune della nostra esistenza. Restiamo in bilico precario sorreggendo l’asta dei due opposti contrappesi di sostentamento: cuore e ragione.”
Guido Rojetti, da “L’amore è un terno (che ti lascia) secco”, 2014
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Acrilico su tavola di Francesco Astiaso Garcia
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