Affabulazioni

Le vacanze di Camilleri in Comelico

09.08.2024
“Mia moglie, dopo che erano nate le tre figlie, insisteva perché per loro la montagna d’estate avrebbe fatto bene. Andate e poi io vi raggiungo. Dissi loro. Tutta la mia famiglia parte verso una zona, che già il nome mi faceva spavento: Comelico Superiore, che mi pareva di andare nel terziario, un’era geologica indietro. Ma dov’è sto Comelico, chiesi a mia moglie? (…)
Avanzando tra le montagne mi comincia a prendere la malinconia. Finalmente arriviamo a Pozza di Fassa che è notte e sul sagrato di una chiesetta c’era un gruppo di bambini che cantavano canzoni di montagna e io mi sedetti sui gradini della chiesa e scoppiai in un pianto dirotto a quarantasette anni, piangendo desolato di trovarmi in quel posto.
Ma scoprii la grappa. Quella sera stessa scoprii che in quel posto facevano una grappa meravigliosa.
La grappa mi diede un tale vigore che, cinque giorni dopo, partii da solo per raggiungere quella che, davanti a noi, era come dodici.
Quando pagai il conto, io, mia moglie e tre bambine, per quindici giorni, vitto e alloggio, pagai 75 mila lire. Madonna, è niente, dissi. E poi ci sarebbe la grappa, mi dissero e sarebbero 120 mila lire.
Questa è stata la mia esperienza di montagna”.
Andrea Camilleri, da Lucio Eicher Clere, “Le vacanze di Camilleri in Comelico”, 23 luglio 2019, “Il Gazzettino”
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In evidenza: Foto tratta da Shobha

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