Pensieri

La bustina di Minerva

17.08.2024
Perché le banane crescono sugli alberi? Perché se crescessero raso terra sarebbero subito mangiate dai coccodrilli.
Perché il mercurio si chiama così e non uranio? Perché altrimenti l’uranio dovrebbe chiamarsi Amordidio Brambilla e tutti lo prenderebbero in giro.
Perché gli sci scivolano sulla neve? Perché se scivolassero solo sul caviale gli sport invernali sarebbero troppo costosi.
Perché Cesare prima di morire ebbe tempo di dire “Tu quoque, Brute”? Perché a vibrargli la pugnalata fatale non fu Marcelino Menendez y Pelayo.
Perché la nostra scrittura va da sinistra a destra? Perché altrimenti i periodi incomincerebbero con un punto.
Perché le parallele non s’incontrano mai? Perché se s’incontrassero chi ci fa gli esercizi sopra si spaccherebbe le gambe.
Perché san Paolo non era sposato? Perché con tutti i viaggi che ha fatto, se avesse dovuto scrivere lettere anche alla moglie, il Nuovo Testamento avrebbe dimensioni proibitive.
Perché le lampadine si accendono e non bruciano subito malgrado l’intenso calore del filamento di tungsteno? Perché se si bruciassero subito all’accensione non avrebbe avuto senso inventarle.
Perché le dita sono cinque? Perché se fossero sei, i comandamenti sarebbero dodici.
Perché Dio è l’essere perfettissimo? Perché se fosse imperfettissimo sarebbe mio cugino Gustavo.
Perché il whisky è stato inventato in Scozia? Perché se fosse stato inventato in Giappone sarebbe sakè e non si potrebbe berlo con la soda.
Perché il mare è cosí vasto? Perché ci sono troppi pesci e sarebbe irrazionale metterli sul monte Bianco.
Perché centocinquanta la gallina canta? Perché se la gallina cantasse a 33 sarebbe il Gran Maestro della Massoneria.
Perché i bicchieri sono aperti in alto e chiusi in basso? Perché se fosse il contrario i bar andrebbero in fallimento.
Perché la mamma è sempre la mamma? Perché se talora fosse anche il papà i ginecologi non saprebbero più dove andare a sbattere.
Perché Allah è Allah e Maometto il suo profeta? Perché dopo il caso Rushdie su tali questioni è meglio non mettere becco.
Perché le unghie crescono e i denti no? Perché altrimenti i nevrotici si mangerebbero i denti. Perché il sedere è in basso e la testa in alto? Perché in caso contrario sarebbe faticosissimo disegnare una stanza da bagno.
Perché Napoleone è nato in Corsica? Perché sì.
Perché le gambe si piegano in dentro e non in fuori? Perché sugli aerei sarebbe pericolosissimo in caso di atterraggio forzato.
Perché Cristoforo Colombo ha navigato verso Ponente? Perché se avesse navigato verso Levante avrebbe scoperto Messina.
Perché le dita hanno unghie? Perché se avessero pupille sarebbero occhi.
Perché il fuoco brucia? Perché se bagnasse sarebbe acqua.
Perché i cani hanno la coda? Perché altrimenti per manifestare gioia dovrebbero dimenare il pene.
Perché l’alto si oppone al basso? Perché se si opponesse a Trebisonda perderemmo la medesima.
Perché quando è buio non è chiaro? Perché è buio. Perché le pastiglie di aspirina sono diverse dagli iguana? Provate a immaginare che cosa accadrebbe in caso contrario.
Perché il cane muore sulla tomba del padrone? Perché lì non ci sono alberi contro cui fare pipì e dopo tre giorni gli scoppia la vescica.
Perché chi la fa l’aspetti? Si tratta di un problema mal posto: è già lì.
Perché i migliori cuscini sono fatti di piume? Perché altrimenti i migliori uccelli sarebbero fatti di lana.
Perché Nord è sopra e Sud è sotto? Perché altrimenti Est sarebbe a sinistra.
Perché le sirene hanno la coda di pesce? Perché se avessero le gambe sarebbero casalinghe di Voghera.
Perché un angolo retto misura novanta gradi? Domanda mal posta: lui non misura niente, sono gli altri che misurano lui.
Umberto Eco, da “La bustina di Minerva”, 2000
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Jonathan Wolstenholme
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“Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere.
I primi (il prototipo è l’elenco telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, son difficili da manovrare, e sono costosi. Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, così si libererà spazio, in casa e nelle biblioteche pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all’ultimo romanzo giallo).
I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Son fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancor letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un’ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere.
Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare, modificando qualche particolare, l’essenza del coltello rimane sempre quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per certe cose sarà sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai apparso sulla crosta della terra. Potete inventare un sistema di cambi sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quella che è, due ruote, una sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed è un’altra faccenda.
L’umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia.”
Umberto Eco, da “La bustina di Minerva”, 2000
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Nell’immagine: Caricatura realizzata da  Jerry Magni

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