Pensieri

Il mondo incantato

19.08.2024
Soltanto uscendo nel mondo l’eroe della fiaba (il bambino) può trovare se stesso; e quando trova se stesso trova anche l’altra persona con cui potrà vivere felice per il resto dei suoi giorni, cioè senza dover più provare l’angoscia di separazione. La fiaba è orientata verso il futuro e guida il bambino – in termini che egli può comprendere sia nella sua mente conscia, sia in quella inconscia – aiutandolo ad abbandonare i suoi desideri infantili di dipendenza e a raggiungere una più soddisfacente esistenza indipendente.
Oggigiorno i bambini non crescono più nella sicurezza di una famiglia allargata, o di una comunità ben integrata. E’ perciò importante, ancor più che ai tempi in cui furono inventate le fiabe, fornire al bambino moderno immagini di eroi che devono uscire da soli nel mondo e che, benchè originariamente all’oscuro delle cose ultime, trovano luoghi sicuri nel mondo seguendo la loro giusta via con profonda fiducia interiore. L’eroe delle fiabe agisce per un certo tempo nell’isolamento, così come il bambino moderno si sente spesso isolato. L’eroe viene aiutato dal fatto di essere a contatto con cose primitive – un albero, un animale, la natura – così come il bambino si sente più a contatto con esse della maggior parte degli adulti. La sorte di questi eroi convince il bambino che, come loro, può sentirsi emarginato e abbandonato nel mondo, brancolante nel buio, ma, come loro, nel corso della vita verrà guidato ad ogni passo, e otterrà aiuto quando ne avrà bisogno. Oggi ancor più che in passato, il bambino ha bisogno della rassicurazione offerta dall’immagine dell’uomo isolato che malgrado ciò è in grado di stringere relazioni significative e comprensatrici col mondo che lo circonda.
Bruno Bettelheim, da “Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe”, 1975
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Dipinto di Esao Andrews

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