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Selfie…poetici

19.08.2024

“Dipingo autoritratti perché sono spesso sola,

perché sono la persona che conosco meglio.”

Frida Kahlo

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Autoritratto
“Mi è toccato questo volto strano, triangolare,
questo pan di zucchero o questa
polena degna di navi corsare
e capelli lunghi, lunari, sulla cresta.
Mi è toccato portare in giro un aggressivo contorno
errabondo da mane a sera che spesso
squarcia la retina di chi mi sta dintorno
quando proietto alla parete il mio incongruo essere.
A chi appartengo? Mi rinnegano antenati e genitori.
Temporaneamente alleate mi rinnegano le razze,
i bianchi, i gialli, i rossi e i neri.
Neppure la specie mi riconosce tutta d’un pezzo.
E solo quando grido perchè sbatto
e solo quando il freddo promana
e solo quando il tempo di peccato m’imbratta
– mi chiamano: bella. Mi riconoscono: umana.”
Nina Cassian, da “C’è modo e modo di sparire. Poesie 1945-2007” – Traduzione di A.N. Bernacchia, O. Fatica, 2013
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Nina Cassian
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Autoritratto

“Sublime specchio di veraci detti,
mostrami in corpo e in anima qual sono:
capelli or radi in fronte, or rossi pretti;
lungastatura, e capo a terra prono;

sottil persona in su due stinchi schietti;
bianca pelle, occhi azzurri, aspetto buono;
giusto naso, bel labbro e denti eletti;
pallido in volto più che un re sul trono:

or duro, acerbo, ora pieghevol, mite,
irato sempre, e non maligno mai;
la mente e il cor meco in perpetua lite:

per lo più mesto, e talor lieto assai,
or stimandomi Achille ed or Tersite.
Uom, se’ tu grande, o vil? Muori, e il saprai.”

 

Vittorio Alfieri, “Autoritratto”, da “Rime”, 1in “Opere postume”, 1804

 

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François-Xavier Fabre, “Ritratto di Vittorio Allfieri”, 1793

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Solcata ho fronte

 

“Solcata ho fronte, occhi incavati intenti;
Crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto;
Labbro tumido acceso, e tersi denti,
Capo chino, bel collo, e largo petto;

Giuste membra, vestir semplice eletto;
Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti,
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi.

Talor di lingua, e spesso di man prode;
Mesto i più giorni e solo, ognor pensoso,
Pronto, iracondo, inquieto, tenace:

Di vizi ricco e di virtù, do lode
Alla ragion, ma corro ove al cor piace:
Morte sol mi darà fama e riposo.”

 

Ugo Foscolo, “Solcata ho fronte”, da “Sonetti”, 1803

 

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François-Xavier Fabre, “Ritratto di Ugo Foscolo”, 1813

 

 

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Ritratto di se stesso

“Capel bruno: alta fronte: occhio loquace:
Naso non grande e non soverchio umìle:
Tonda la gota e di color vivace:
Stretto labbro e vermiglio; e bocca esìle:

Lingua or spedita or tarda, e non mai vile,
Che il ver favella apertamente, o tace.
Giovin d’anni e di senno; non audace:
Duro di modi, ma di cor gentile.

 La gloria amo e le selve e il biondo iddio:
Spregio, non odio mai: m’attristo spesso:
Buono al buon, buono al tristo, a me sol rio.

 A l’ira presto, e più presto al perdono:
Poco noto ad altrui, poco a me stesso:
Gli uomini e gli anni mi diran chi sono.”

 

Alessandro Manzoni, “Ritratto di se stesso”, da “Liriche giovanili”, 1801

 

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Giuseppe Molteni, “Ritratto di Alessandro Manzoni”,  1835

 

 

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A se stesso

 

“Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l’inganno estremo,
Ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
L’ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l’infinita vanità del tutto.”

 

Giacomo Leopardi, “A se stesso”, da “Canti”, 1835

 

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Stanislao Ferrazzi, “Ritratto di Giacomo Leopardi”, 1897

 

 

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Ma non saprai giammai perché sorrido

 

“Ma non saprai giammai perché sorrido.
Perché fui il pedante Amleto
della più consolatrice borghesia.
Perché non ho combattuto il Leviatano
Stato che vuole tutto inghiottire
nella macchinosa congerie
della sua burocrazia inesorabile.

Ora mi nascono le unghie come ai morti.”

 

Dario Bellezza, da “Invettive e licenze”, 1971

 

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Dario Bellezza

 

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Nell’immagine: Frida Kahlo, “Autoritratto con collana di spine e colibrì”

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