Linguaggi

Domandatelo alle strade…

04.02.2025
“…Certe strade sanno dirlo meglio. Come certe persone.”
Fabrizio Caramagna
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Le strade
“Quello che sono e sono stato
domandatelo alle strade
dei paesi della sete.
Tufi lucertole spine,
bell’uva sulle colline
dove fui ladro di galline.
Strade di cenere e pomice
lavorate dallo scorpione.
Dove ramingo io vissi
la cicala ancora muore.
Quello che sono e sono stato
domandatelo alle strade.
Una dice, scatenato!
E mostra le ferite
che fuggendo ho lasciato.
Dalle braccia di mia madre
dalle mani dell’amata
sempre fuggiasco sono stato.
Da me solo inseguito
braccato, colpito.
Re per un giorno
per cent’anni povero.
Soldato bracciante gabelliere:
su ogni nuova strada
nuovo mestiere.
Domandate ai sentieri della neve
alle doline alle cordigliere
quello che sono e sono stato.
Domandatelo alle strade.
Alla malora carte
cartigli e scartoffie
che potevano darmi gloria.
La vita ho consumato
su carta e inchiostro.
Mio Dio quanto ho limato
notte e giorno.
Mio Dio quanto ho penato.”
Raffaele Carrieri, da “Il trovatore”, 1953
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Nelle strade semivuote
“Nelle strade semivuote
– al mattino –
i pochi passanti
li tengo facilmente a bada
assonnati e indifesi in quell’ora nuda
sembrano avere tanto
non so nulla di loro,
ma basta la cattura di uno sguardo
dell’anch’io ci sono:
“anch’io ho questo posto
che cambia il passo successivo,
quando mi vedo
nel tuo vedere che sono”
basta per sentirsi
moltitudine unita in cammino
mentre la terra frana
e di questa moltitudine
il luogo”

Luisa Delle Vedove, da “Nella consuetudine del tempo”

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Foto di Sonia Simbolo
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Dove le strade sono già fatte
“Dove le strade sono già fatte
io smarrisco il cammino.
Nel mare immenso, nell’azzurro cielo,
non c’è la traccia d’un sentiero.
Il viottolo è nascosto dalle ali
dagli uccelli, dai fuochi delle stelle,
dai fiori delle mutevoli stagioni.
E chiedo al mio cuore se il suo sangue
porta la saggezza della via invisibile.
Rabindranath Tagore, da “Raccolta di frutti” (VI)
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La mia strada non passa vicino alla-tua casa
“La mia strada non passa vicino alla-tua casa.
La mia strada non passa vicino alla-casa di nessuno.
E tuttavia io smarrisco il cammino
(specialmente di primavera!)
e tuttavia mi struggo per la gente
come il cane fa sotto la luna.
Ospite dappertutto gradita,
non lascio dormire nessuno!
E con il nonno gioco agli ossi,
e con il nipote – canto.
Di me non s’ingelosiscono le mogli:
io sono una voce e uno sguardo.
E a me nessun innamorato
ha mai costruito un palazzo.
Le vostre generosità non richieste
mi fanno ridere, mercanti!
Da me stessa mi erigo per la notte
e ponti e palazzi.
(Ma ciò che dico – non ascoltarlo!
È tutto un inganno di donna!)
Da sola al mattino demolisco
la mia creazione.
Le magioni – come covoni di paglia – niente!
La mia strada non passa vicino alla-tua casa.”
Marina Ivanovna Cvetaeva (Traduzione di Pietro Antonio Zveteremich), dal ciclo “Il commerciante”, 27 aprile 1920
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Foto di Franco Fontana
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La tua strada
“Nessuno ha segnato la strada
che tu devi percorrere
verso l’ignoto,
verso l’incerto.
Questa è la tua strada.
Solo tu
puoi percorrerla. E non
puoi tornare indietro.
E non segni la strada,
nemmeno tu.
E il vento cancella le tue impronte
sulla montagna deserta.”
Olav Håkonson Hauge (poeta norvegese), Traduzione di Fulvio Ferrari
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In evidenza: Foto di Franco Fontana, Zurigo, 1981

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