14 luglio 1931: Albert Einstein accoglie Tagore nella sua residenza di Caputh, a pochi chilometri di distanza da Postdam e da Berlino. Il testo della loro conversazione – di cui vengono riportati di seguito alcuni frammenti – fu pubblicato per la prima volta nel 1931 dalla rivista “Modern Review”.
Einstein:
“Credi che il divino sia isolato dal mondo?“.
Tagore:
“Non è isolato. L’infinita personalità dell’uomo comprende l’universo. Non c’è nulla che non possa essere compreso dalla personalità umana, e questo prova che la verità dell’universo è una verità umana“.
Einstein:
“Ci sono due diverse concezioni sulla natura dell’universo: il mondo come unità dipendente dall’umanità, e il mondo come realtà indipendente dal fattore umano“.
Tagore:
“Quando l’universo è in armonia con l’uomo, conosciamo l’eterno come Reale e ne sentiamo la bellezza. Ma questa è una concezione puramente umana dell’universo.
Il mondo è un mondo umano, la sua visione scientifica è anch’essa quella di un uomo scientifico. Pertanto il mondo senza di noi non esiste; è un mondo relativo, la cui realtà dipende dalla nostra coscienza. C’è una qualche misura di ragione e di piacere che gli conferisce verità ed è la misura dell’uomo eterno le cui esperienze sono rese possibili attraverso le nostre esperienze“.
Einstein:
“Questa è una realizzazione dell’entità umana“.
Tagore:
“La scienza si occupa di ciò che non è confinato nell’individuale; è il mondo impersonale e umano delle Verità. La religione realizza quelle Verità e le unisce con i nostri bisogni più profondi. La nostra coscienza individuale della Verità guadagna così un significato universale. La religione conferisce valore alla Verità, e noi conosciamo la Verità così bene attraverso la nostra armonia con essa“.
Einstein:
“Concordo con questa concezione della bellezza, ma non con quella della verità“.
Einstein:
“La verità è realizzata attraverso gli uomini. Non posso provare che la mia concezione sia giusta, ma questa è la mia religione“.
Tagore:
“La bellezza risiede nell’armonia universale; la Verità è la comprensione perfetta della mente universale. Noi, come individui, ci avviciniamo a queste attraverso i nostri errori e le nostre esperienze, illuminando le nostre coscienze. Come potremmo altrimenti conoscere la verità?“.
Einstein:
“Non posso dimostrarlo, ma io credo nell’argomento pitagorico che la verità sia indipendente dagli esseri umani“.
Tagore:
“L’intera mente umana comprende la verità; le menti indiane e quelle europee si incontrano in una comprensione comune.”
Einstein:
“Il problema è se la verità sia indipendente dalla nostra coscienza“.
Tagore:
“La Verità risiede nell’armonia tra l’aspetto soggettivo e quello oggettivo della realtà, appartenenti entrambi all’uomo super-personale“.
Einstein:
“Noi facciamo cose con le nostre menti, anche nella nostra vita quotidiana, per le quali non siamo responsabili. La mente riconosce delle realtà esterne a essa, indipendenti da essa. Per esempio – indicando il tavolino in legno vicino a loro – se nessuno fosse in questa casa, il tavolo resterebbe dov’è“.
Tagore:
“Esatto, rimane fuori dalla mente individuale, ma non dalla mente universale. Il tavolo è ciò che è percepibile da qualche tipo di coscienza che possediamo“.
Einstein:
“Ma se nessuno fosse in casa, il tavolo continuerebbe ad esistere, e questo è già scorretto dal suo punto di vista, perché noi non possiamo spiegare cosa significa dire che ‘il tavolo’ è lì, indipendentemente da noi. Il nostro punto di vista naturale sull’esistenza della verità separata dall’umanità non può essere spiegato o provato, ma è una credenza che non può mancare a nessuno, neanche a esseri primitivi. Noi attribuiamo alla verità un’oggettività superumana. Ci è indispensabile – questa realtà che è indipendente dalla nostra esistenza e dalla nostra esperienza e dalla nostra mente – anche se non possiamo spiegare cosa significa“.
Tagore:
“La scienza ha dimostrato che il tavolo come oggetto solido è un’apparenza e perciò quella cosa che la mente umana percepisce come tavolo non esisterebbe senza la mente. Allo stesso tempo si deve ammettere il fatto che la realtà fisica definitiva non è altro che una moltitudine di centri di forze elettriche in movimento, che appartiene anch’essa alla mente umana. Nell’apprendimento della verità c’è un conflitto esterno tra la mente umana universale e la stessa mente confinata nell’individuo. Il processo continuo di riconciliazione prosegue nella scienza, nella filosofia, e nell’etica. In ogni caso, se ci fosse una qualsiasi verità assoluta staccata dall’umanità, per noi sarebbe assolutamente non esistente.”
Einstein:
“Mi permetta, ma allora io sono più religioso di voi!“.
Tagore:
“La mia religione è nella riconciliazione dell’uomo super-personale, dello spirito universale, nel mio essere individuale“.
Enrico Impalà, da “Il poeta e lo scienziato – Quando Rabindranath Tagore incontrò Albert Einstein”, 2023